Fondazione Prada Milano in collaborazione con la Menil Collection di Huston presenta la retrospettiva dedicata a William N. Copley, eclettico artista americano attivo dagli anni ’40 che infonde nelle sue opere una peculiare miscela di folk, surrealismo e pornografia
La Fondazione Prada di Milano presenta William N. Copley (1919-96), una grande retrospettiva dedicata all’artista americano che comprende più di 150 lavori realizzati tra il 1948 e il 1995. William N.Copley è originale, eclettico e sempre alla ricerca di sperimentazione. Promotore culturale, giornalista, editore, gallerista e collezionista, ha saputo sfruttare ogni ambito a suo piacimento. Dall’impronta surrealista al richiamo alla cultura folk americana sino al linguaggio tipico dei cartoon, Copley è riuscito a ritrarre con umorismo e acutezza diversi stereotipi occidentali arrivando a realizzare qualcosa di personale che potesse rappresentarli in maniera eccessiva. La creazione di opere in bilico tra pornografia, patriottismo esasperato e rivisitazione di oggetti quotidiani appartengono alla sua lunga carriera artistica.
La mostra presenta un corpus decisamente più ampio rispetto a quello di Huston e comprende lavori inediti provenienti da musei e collezioni internazionali tra le più importanti. L’allestimento si sviluppa nei due livelli del Podium: al primo piano troviamo una selezione di lavori significativi accostati ad opere surrealiste appartenenti alla collezione privata di Copley tra cui Ernst, Magritte, Man Ray, Tinguely nonché una serie di pubblicazioni e fotografie di riferimento. Si tratta per lo più di soggetti culturalmente affascinanti costretti in qualche maniera al dialogo con gli artisti a cui sono ispirati. Al piano terra scopriamo invece il vero William N. Copley attraverso otto differenti ambienti, ognuno dedicato a una tematica specifica.
Una prima stanza è tappezzata da bandiere in tessuto e dipinti realizzati tra gli anni ’60 e ’70 dedicati al tema dell’appartenenza geografica. In Cold War (1962) And All That (1976) ad esempio compaiono figure femminili e rappresentazioni spiazzanti incise volutamente sulle bandiere inglesi, giapponesi o spagnole. Flag for USSR (1972) e Imaginary Flag for Great Britain (1972) sono invece drappi inventati dal gusto surrealista che affrontano in maniera leggera tematiche politiche importanti. Un ambiente particolarmente interessante è quello dedicato alla “prostituta ignota” che in ironica contrapposizione al monumento di ispirazione genera una sorta di disorientamento visivo.
Una sala è dedicata a una serie di paraventi decorati e realizzati tra 1958 e 1982. La pornografia compare in X-Rated: frammenti di riviste per adulti sono esposti nell’intento di superare un’ideologia radicata. Un insieme di specchi sagomati compaiono in una sala successiva e immergono lo spettatore in un universo parallelo.
Nonostante si respiri pornografia, surrealismo e folk è come se ognuno di questi aspetti fosse sconnesso dal significato più diretto e reinterpretato. Pornografico può apparire il contesto di alcune opere ma solo a primo impatto. Surreale lo spazio eppure è quanto di più reale si possa immaginare. Folk come popolare, ma non troppo. L’artista, in cinquant’anni di attività è riuscito a rappresentare un universo intinto di satira feroce, malizia e sfida alle convenzioni convincendoci che soltanto attraverso l’arte è possibile esternare anche scomode realtà.
Flavia Annechini
“William N. Copley”
A cura di Germano Celant
Fondazione Prada Milano, Largo Isarco 2
Dal 20 ottobre 2016 al 8 gennaio 2017