Water Projects: la mostra curata da Germano Celant al Museo di Santa Giulia di Brescia, contestualizza storicamente il percorso artistico di Christo e Jeanne-Claude (sua compagna di vita e di lavoro scomparsa nel 2009) a partire dal 1961 e anticipa The Floating Piers, il ponte sul lago di Iseo che sarà percorribile dal prossimo 18 giugno.
Nell’esposizione Water Projects si alternano con grande precisione e correttezza filologica progetti – alcuni dedicati all’acqua come suggerisce il titolo –, fotografie, video e plastici dei lavori più celebri e di altri meno conosciuti che anticipano e introducono l’atteso The Floating Piers, il ponte galleggiante sul Sebino che dal 18 giugno al 3 luglio cambia il paesaggio del lago.
Il progetto risale in realtà agli anni ’70, ragion per cui riecheggia il sapore della scena artistica di quegli anni, con un intervento che suppongo sarà sì spettacolare ma un po’ fuori dal tempo. Avrebbe dovuto infatti essere originariamente realizzato nel 1970 sul Rio de la Plata in Argentina, con il titolo 2000 Metres Wrapped, Inflated Pier e nel 1996 nel golfo di Tokyo con The Daiba Projects, ma per ragioni tecniche l’opera non è mai stata costruita.
Ecco così The Floating Piers più di quarant’anni dopo, sì adattato alla nuova location (il Lago d’Iseo) ma fondamentalmente invariato nei contenuti. Il milieu culturale in cui venivano realizzati i primi interventi urbani e ambientali era per forza di cose differente da quello attuale, ad esempio se confrontato con quello che ha dato vita nel 1962 al muro temporaneo di barili di petrolio che bloccava il passaggio in rue Visconti a Parigi e che costituiva una precisa azione politica. Ma è evidente che alcuni artisti trascorrono la vita a rinnovare e innovare il proprio linguaggio cercando di interpretare o contestare la propria contemporaneità, mentre altri, fanno la scelta non più facile o meno coraggiosa di porsi come una vera e propria corporation. Tra questi Christo, grazie anche alla capacità manageriale della moglie Jeanne-Claude, è uno degli esempi più eclatanti tanto che l’Università di Harvard ne ha pubblicato un caso studio.
Anzi, forse in questo senso The Floating Piers è un’azione molto contemporanea, se, come afferma Boris Groys in La logica dell’uguaglianza estetica (in Art Power , 2008, MIT), ormai l’arte sembra coincidere totalmente con il mercato dell’arte. E in questo Christo è onestissimo, tanto che durante la conferenza stampa ha smorzato con forte ironia tutti gli interventi del pubblico che cercavano di porre l’accento sul valore simbolico dei lavori fingendo di non vedere il peso di quello economico, come se per l’artista fosse una cosa ininfluente e innecessaria. Bulgaro di origine, afferma: conosco il marxismo ma applico il capitalismo ai miei lavori. Autofinanziarsi per l’artista ha un pregio: ovvero quello di rendersi totalmente indipendente da altre logiche, di permettergli di agire in autonomia, e non ultimo, di pagare chi lavora per lui – oggi cosa rarissima.
The Floating Piers sarà costituita da una piattaforma di 200.000 cubi in polietilene ad alta densità (che l’artista ci tiene a precisare essere totalmente riciclabile, in linea con un’ecosostenibilità “tanto di moda”) e coperti da un tessuto giallo scuro che permetterà alle persone di camminare sulle acque del Lago d’Iseo dal 18 giugno al 3 luglio 2016. E già si prevede un gran numero di visitatori nonché di battute più o meno felici del tipo camminare sull’acqua come Christo o quarant’anni dopo Christo…
Eleonora Roaro
Water Projects
Museo di santa Giulia, Brescia
Fino al 18 settembre 2016
Ingresso € 10,00 intero, previste riduzioni
Chiuso il lunedì