Il tour alla scoperta delle città più interessanti e significative per la storia dell’arte urbana, non può non dare ancora spazio (dopo i tre precedenti articoli) alla città di Parigi: in questa quarta e ultima tappa, viaggiamo la città per “luoghi”, geografici e concettuali. Buon viaggio!
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Nei paraggi delle tipiche targhe blu con bordo verde delle vie
Gli anni Novanta della Street art francese vivono della forza comunicativa di una singola immagine, semplice e riconoscibile, reiterata come un vero e proprio marchio teso alla conquista di “brandizzazione artistica”. Questo è il trend che detta le regole del gioco sui muri delle feconde strade parigine dove, accanto al pionieristico Mr. A di Andrè (vedi Parigi, parte 3), prolifera una miriade di differenti figurazioni, alcune delle quali raggiungeranno lo status privilegiato di icone dello spazio visuale. Invader mette in scena la sua prima invasione nel 1998: in pochi anni i suoi alieni a pixel-mosaico, presi in prestito dal celebre videogame Space Invaders, investono gli orizzonti stradali di molte città nel mondo, impadronendosi degli sguardi di milioni di persone. Sono più di mille quelli installati nella sola Parigi.
Negli stessi anni M. Chat e Jace arricchiscono il quadro generando altri celebri characters: il gatto giallo sorridente, il primo, e i “gouzous”, umoristici omini, il secondo. Il clima coinvolge anche artisti stranieri come l’americano Above, che dal 2001 al 2003 si fa notare in città per le sue colorate frecce puntate verso il cielo. Zevs costituisce un’altra imprescindibile figura di quegli anni: inizialmente vicino a Space Invader, la sua arte prenderà gradualmente una piega sovversiva culminando nella serie che lo ha reso maggiormente popolare, i cosiddetti “Liquidated Logos”.
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Vitry-sur-Seine
Nell’epoca del boom della Street art la Ville Lumière continua a occupare un ruolo di primo piano sulla scena: Invader conquista definitivamente un livello di popolarità secondo forse solo a quello di Banksy e altri artisti iniziano a percorrere la strada del successo. Uno di questi è il fotografo JR, conosciuto internazionalmente per i suoi enormi poster fotografici che abbinano la Street art a cause di natura sociale.
Al 2006 risale il primo stencil di C215, oggi uno degli street artist più prolifici e conosciuti in Francia, che apporta alla tecnica un grande contributo sul piano del realismo e della profondità. Vitry-sur-Seine, cittadina alle porte di Parigi, è diventata una meta per tutti gli appassionati dopo che lo stesso Christian Guemy, alias C215, ha deciso di trasformarla in una cittadella della Street art, invitando a dipingerci numerosi artisti di calibro internazionale.
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Belleville e dintorni
Insieme a Vitry, Parigi racchiude nel suo immenso recinto metropolitano diverse aree di muri in fermento. Il terreno di caccia più favorevole è quello compreso tra undicesimo e ventesimo arrondissement, nella zona nord-est della città. Rue Dénoyez, nell’area di Belleville, è da una quindicina d’anni tra le più frequentate da tutti coloro vogliano dipingere serenamente anche di giorno e conserva a parete decine e decine di registri cromatici sovrapposti. Belleville, crocevia di etnie, tradizione artistica e musicale, ostenta acuta testimonianza del protagonismo parigino sui muri, allora, negli anni d’oro dello stencil (vedi Parigi parte 1), come oggi. Chiude il quartiere nella parte meridionale la direttrice di Rue de Ménilmontant, che tesse l’ordito delle pareti parlanti sino all’undicesimo arrondissement, dove confluisce in Rue Oberkampf. Su questa strada l’associazione locale Le Mur invita dal 2007 artisti da tutto il mondo a dipingere i tre metri per otto della quinta situata all’angolo con Rue Saint Maur; un progetto che ricorda molto da vicino quello dell’Houston Bowery Wall di New York alla stregua del muro del Village Underground di Londra, ma con ben altre cifre: entro il 2015 Le Mur volterà, infatti, pagina (e aspetto) per la duecentesima volta.
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Il tredicesimo arrondissement
Non meno stimolante, a sud, dall’altro lato della Senna, il tredicesimo arrondissement, dove i preziosi stencil di Miss Tic a Butte aux Cailles, antesignana della Street art al femminile, vivono all’ombra delle grandi facciate dipinte lungo i boulevards del Quartier de La Gare. Quest’ultime, nate dalla collaborazione tra municipio locale e Galerie Itinerrance, rappresentano uno degli episodi di muralismo metropolitano più ricchi e interessanti, anche per le modalità di organizzazione del progetto, in direzione di una sensibilità pertinente all’arte pubblica. Nella medesima area, in Rue de Bellievre, verso il Pont de Bercy, nell’ottobre 2013 prende vita la “Tour Paris 13”, la più grande collettiva di Street art mai realizzata, in una torre di otto piani e con più di cento artisti partecipanti: ogni centimetro quadrato delle superfici interne ed esterne non viene risparmiato all’aspetto originale. L’esperienza della Tour 13, aperta per solo un mese prima del già programmato abbattimento, guadagna grande consenso tra l’opinione pubblica ed afferma a lungo raggio e con fare monumentale la transitorietà di ogni pratica urbana.
Egidio Emiliano Bianco