
Torna a Roma (dal 10 giugno all’11 settembre 2016) l’eccentrico artista Ugo Rondinone (di origine svizzera, lavora a New York) con una mostra impegnativa, curata da Ludovico Pratesi e divisa fra il Museo MACRO Testaccio e i Mercati di Traiano: giorni d’oro + notti d’argento.
Al MACRO Testaccio è allestita la parte più complessa, un intero padiglione dipinto di colori vivaci, giallo, rosso, viola, azzurro, verde; una policromia accecante da circo e da Luna Park dove alloggiano decine di Clown a grandezza naturale. Sono seduti a terra, in vari atteggiamenti di pensiero e di melanconia. È evidente il rispecchiamento nel nostro quotidiano, riletto in modo ambiguo sia come normalità che come “eccezionalità”. L’intero padiglione è così diviso fra l’esplosione di colori di sentimenti positivi e gioiosi e l’atmosfera negativa creata dalla serie dei Clown. I Clown sono iconograficamente la rappresentazione del “divertimento”, del Circo, dello spettacolo.
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Lorenzo Taiuti
D’ARS anno 56/n. 223/estate 2016 (incipit dell’articolo)