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Sguardi altrove, film festival internazionale a regia femminile a Milano

Self made (Focus)
Shira Geffen, Boreg (Self made), ISRAELE 2014, 89’ (sezione Focus)

Lavoro e ancora lavoro. Oltre i discorsi su crisi e jobs act, ci sono dati che parlano e fanno riflettere: oggi in Italia solo 7 su 100 sono le donne dietro la macchina da presa cui è riconosciuto il titolo professionale di regista; nel mondo solo il 18%. Nel 1983 Sguardi altrove film festival nasceva con l’obiettivo di dare spazio alle opere di registe donne che all’epoca erano ancora meno di quelle di oggi. C’è poi un altro aspetto rilevante e marcatamente territoriale che segna il festival: tra i paesi di origine dei film si incontrano Israele, Turchia, Messico, Yemen, Iran, per citarne alcuni, ossia zone del mondo lontane dai cinema occidentali. Sguardi altrove è quindi un invito ad osservare il mondo da e verso territori “altri”: dalla parte delle donne, dove i confini tra emozioni e ragioni si confondono e sostengono vicendevolmente, e verso latitudini spesso dimenticate e non ispezionate, come quel Medio Oriente che con vigore irrompe nella cronaca di tutti i giorni. Iniziato venerdì 20 marzo, il festival prosegue fino a domenica 29, quando allo Spazio Oberdan di Milano ci saranno le repliche di tutti film vincitori.

Bintou, Le donne raccontano
Simone Catharina Gaul, Bintou, GERMANIA 2013 / 2014, 64’ (sezione Le donne raccontano)

Alcune dritte su dove puntare gli occhi.

Tre categorie del concorso internazionale, dove tutti i film sono a regia femminile:

1) Nuovi Sguardi raccoglie i lungometraggi di finzione in competizione
2) Le donne raccontano sono i documentari in competizione.
3) Sguardi (s)confinati è la sezione dei cortometraggi in concorso.

L'année prochaine (Nuovi Sguardi)
Vania Letruq, L’année prochaine, BELGIO / FRANCIA 2014, 108’ (sezione Nuovi Sguardi)

Accanto al concorso, ci sono sezioni collaterali che propongono film non necessariamente a regia femminile e non necessariamente dell’anno in corso.

Focus: l’identità multiforme propone film israeliani che raccontano figure femminili nella complessità del Medio Oriente. Oltre a nuove produzioni, come Villa Touma di Sua Arraf, è proiettato Ana Arabia di Amos Gitai, regista già noto al pubblico italiano per opere come Kippur e Kadosh.

Sguardi incrociati: in questa sezione è inserito tra gli altri il documentario Come il peso dell’acqua di Andrea Segre, regista che aveva ottenuto successo con il film Io sono lì del 2011.
Finestra sull’Australia che raccoglie storie di emigrazione.
Diritti umani oggi è una sezione focalizzata sul tema dei diritti dell’uomo. Sono sotto i riflettori i drammi ancora attualissimi dei desaparecidos, donne e uomini che i regimi messicani e sudamericani fanno “sparire”. Le famiglie lottano tenacemente per cercare delle risposte, come in Retratos de una busqueda di Alicia Calderon che testimonia la ricerca dei figli da parti di tra madri messicane. In questa sezione è presentato Nietos (identidad y memoria) del regista Benjamin Avila che nel 2014 ha portato sul grande schermo la vicenda dei desaparcidos argentini in Infancia clandestina.

Digidanza è una piccola sezione dedicata alla danza.
Sguardi su EXPO perchè non poteva mancare una sezione dedicata all’evento che catalizzerà l’attenzione su Milano dal prossimo 1 maggio.

Le proiezioni dei film si svolgono allo Spazio Oberdan (zona Porta Venezia), al Cinema Beltrade (zona Pasteur / Loreto), alla casa dei Diritti (zona Sant’Ambrogio) e alcuni eventi alla Fabbrica del Vapore (zona Garibaldi).

Per il programma e gli orari: www.sguardialtrovefilmfestival.it/nw/programma/

Elena Cappelletti

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