In questo 39° anniversario dalla morte di Pier Paolo Pasolini, anche in Germania ci teniamo a ricordare uno dei più grandi autori del Novecento. Tuttavia definire Pasolini come un “autore” non è sufficiente; è infatti innegabile come grazie alla sua produzione che spazia dalla poesia al romanzo, dal cinema al teatro, alla saggistica e critica letteraria e politica, la sua opera sia a tutti gli effetti da annoverare tra i grandi classici del secondo Novecento.
Grazie alle mie origini friulane ho apprezzato fin da giovanissima le poesie di Pasolini, scritte nel dialetto di Casarsa, in particolare la trasgressione costituita dall’uso di una lingua minoritaria in un paese a regime fascista contrario ai particolarismi locali e la velata suggestione omoerotica nascosta tra i versi. Pasolini è stato però un uomo onesto che non ha velato o suggerito le proprie posizioni, ma le ha esibite manifestamente, gridate, esposte pubblicamente a un’Italia grigia, sporca, a quella che era stata l’Italia di Belli e di Jacopone, del sottoproletariato, della miseria e dei rifiuti del mondo.
La mostra al Martin Gropius Bau, in programma fino al 5 gennaio, è un invito a ripercorrere il periodo che Pasolini trascorse a Roma, andando al cuore di tutto ciò che caratterizza e definisce il suo lavoro: amicizia, letteratura, politica, amore, sesso e cinema. Visitando la mostra si ha l’impressione di immergersi nel romanzo della sua vita grazie ad appunti e taccuini di viaggio che permettono al visitatore di scendere in profondità e percepire il dolore e il vortice di emozioni alla radice della sua arte. Gli scritti si relazionano poi a livello visivo con i lavori di alcuni artisti contemporanei di Pasolini come Morandi, Guttuso, Mafai, Rosai e De Pisis.
Pasolini Roma è una mostra che ci invita a scavare nel passato e quindi di conseguenza, anche a riflettere sull’Italia di oggi. Sorge spontaneo chiedersi come e quanto sia in realtà cambiata l’Italia vissuta e raccontata fedelmente e crudamente da Pasolini. Siamo lontani dalle stragi denunciate in “Io so i nomi” è vero, ma è comunque colpita da un morbo silenzioso e dilagante, che, appunto perché celato sotto una quotidianità frivola, è ancora più difficile da estirpare.
Laura Casarsa
Pasolini Roma
Martin Gropius Bau
Niederkirchnerstraße 7, Berlin
fino al 5 Gennaio 2015
www.pasoliniroma.com
www.berlinerfestspiele.de