Jean Tinguely a Milano. Articolo di Oscar Signorini dedicato alla mostra di Tinguely alla Iolas di Milano
Jean aveva umanizzato i metalli rendendoli consapevoli di movimenti che generalmente non fanno ad uso operativo per gli uomini o per servire come noi sappiamo (…) L’aspetto a prima vista è quasi anarchico, ma non sono guerrieri nè operatori crudeli, non assaltano, non accusano; i loro gesti, compilati forse in opposizione ad un programma elettronico, sono semplici e forse simbolici, e se vogliamo convenzionali o in un nuovo Morse. (…) Un atto dunque simbolico quale mezzo e quale ammonimento di una virtù esistente che tante volte, per una nostra poca meditazione, può divenire la parte oscura di un’Ecate paurosa o un mito di quella solenne apoteosi che l’uomo percorre.
Qualcuno mi disse che da quelle macchine aveva sentito l’inno del lavoro, altri un monologo di Riccardo David, altri un rapporto fra ideologia e lotta di classe.
Oscar Signorini
D’ARS n. 5 anno VII-VIII . ottobre 1966/gennaio 1967, pag. 98-101
A cura di Cristina Trivellin