La rivista nel 2022 è stata trasformata in archivio di contenuti.

Reality. Per un teatro della trasparenza

Il duo Deflorian-Tagliarini ripropone Reality. Torna sul palco la routine del quotidiano con l’incredibile storia di Janina Turek narrata nel reportage di Mariusz Szczygieł

Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas
Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas

Vorremmo un teatro così:  come un vetro trasparente da cui guardare la realtà. Un teatro che si attiene ai fatti, che li registra e li restituisce con cristallina verità. Renato Palazzi aveva scritto che questo Reality visto al Teatro Ristori di Verona, avrebbe tracciato una direzione.  Il teatro di Deflorian-Tagliarini non racconta storie lineari  e nemmeno quella di  Janina Turek lo è.  La casalinga polacca aveva raccolto in 748 quaderni 33 categorie di azioni, oggetti, fatti registrati come una minuziosa contabilità tenuta per cinquantasette anni. I due attori, che con questo spettacolo hanno vinto l’Ubu nel 2012, ne hanno fatto una riflessione sulla sostanza del teatro e dei suoi segni.

Lo spazio si espande in platea e quando la voce  di sala annuncia l’inizio, Daria Deflorian, seduta sul palco come una statua di Duane Hanson, fa una smorfia di disappunto, perché la differenza tra palco e platea deve essere permeabile, fluida. Non serve marcarne la differenza. Lo spazio si forma, si indaga, con gli oggetti e i fari disposti sul palco costituiscono isole di uno Stationendrama circolare: come si inizia si finisce.

Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas
Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas

Gli oggetti come per rzeczy/cose sono fuochi di attenzione. Anch’essi veri, tangibili, reali. La finzione è bandita, Brecht docet: mostrare che si sta facendo.  Anche la morte in scena (quella di Janina), provata e replicata come un esercizio di stile alla Queneau, è troppo finta per essere vera. All’orizzonte c’è la serie Crash di Warhol per affermare che a forza di ripetere le immagini, le cartoline perdono di verità.  E pure quel teatro di Kantor che fa esistere solo ciò che è nella luce della scena. Janina non è un personaggio quindi , ma una domanda in cui si entra e si esce, vi si scivola dentro narrando sempre in terza persona. La recitazione di Daria Deflorian è cristallina, rasenta l’oggettività assoluta, una rendicontazione che cerca esistenza mentre la dice: siamo quello che facciamo, nulla più. Al tal punto che è una somma di dati a costruire  l’identità; a forza di numerare si arriva all’osso, alla lingua madre, e Janina-Deflorian  impreca in polacco. L’essenza della persona-personaggio è la lingua.

Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas
Reality, Deflorian-Tagliarini, 2017, Teatro Florian. Ph. Filipe Viegas

Più naturalista la recitazione invece di Antonio Tagliarini, a tratti così sporcata di verismo che rasenta certi ritmi di Nanni Moretti.  È un’altalena, tra credibilità e bugia, dichiarare la finzione e sperare che le cose, i numeri, gli elenchi, possano avere una eternità.  Che tazzine rotte, tavoli, zerbini, una borsetta, un vaso di fiori possano andare oltre la loro stessa materialità. E così il rigore e il metodo del teatro, come si fa nel teatro balinese, scompaia,  lasciando sul palco un nulla, da vedere, come in trasparenza.

Simone Azzoni

Reality
ideazione e performance Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Prossime date:
11 marzo 2017: Teatro Comunale, Belluno
16-17 marzo 2017: Théâtre Municipal Bois de l’Aune, Aix en Provence
29-31 marzo e 1 aprile ’17: Théâtre de Lorient – CDN Théâtre de Lorient, Lorient
20 maggio 2017: Théâtre Couvert – Scène National Chateauvallon, Chateauvallon

share

Related posts

Per offrirti il miglior servizio possibile questo sito utilizza cookies. Continuando la navigazione nel sito acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy | Chiudi | Decline