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Ragnar Kjartansson | The Visitors

Inaugurata ieri presso l’Hangar Bicocca di Milano, la mostra di Ragnar Kjartansson presenta The visitors (2012), una videoinstallazione che lega insieme video, performance e musica.

Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2012 (Stills). Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst and courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York & i8 Gallery, Reykjavik.
Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2012 (Stills). Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst and courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York & i8 Gallery, Reykjavik.

L’installazione consiste in nove schermi posizionati in circolo sui quali scorrono i video di altrettanti performer intenti a eseguire un brano composto da Kjartansson. Ognuno in una stanza diversa e alle prese con un diverso strumento, i musicisti sono collegati da cuffie per una registrazione a nove canali, e ripresi ognuno in un video che li porterà al pubblico sui nove schermi a grandezza naturale. La canzone che eseguono s’intitola Feminine Ways e condivide con l’opera video il percorso di riflessione dell’artista sul significato di “femminile” e “spirituale”.

Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2012. Installation view HangarBicocca 2013. In collaboration with Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst Photo Agostino Osio. Courtesy Fondazione HangarBicocca, Milan

Tuttavia il motivo che attraversa e plasma l’anima della videoinstallazione, sembra risiedere principalmente nel concetto di “famiglia”, naturale o acquisita, comunque sempre carica di implicazioni psicologiche profonde e dinamiche relazionali complesse. Kjartansson parte dall’esperienza personale e prosegue estendendo il reame del proprio vissuto, passato e presente, nell’opera stessa. Con The visitors infatti riunisce nella casa ottocentesca Rokeby Farm di New York un gruppo di suoi amici musicisti e chiede loro di suonare insieme a lui il brano, carico di evocativa malinconia, che ha composto ispirandosi ad una poesia della sua ex moglie. Inoltre – come afferma l’artista stesso – si può dire che l’opera è stata concepita sulla base di un pretesto: l’esperienza di realizzarla. Credo sia stata arrangiata tenendo conto delle persone piuttosto che degli strumento o altro.

Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2012 (Stills). Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst and courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York & i8 Gallery, Reykjavik. Museum für Gegenwartskunst and courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York & i8 Gallery, Reykjavik.
Ragnar Kjartansson, The Visitors, 2012 (Stills). Sammlung Migros Museum für Gegenwartskunst and courtesy of the artist and Luhring Augustine, New York & i8 Gallery, Reykjavik.

La dimensione performativa risulta come la principale chiave di fruizione dell’opera: la grandezza dei video e l’intensità con cui i musicisti eseguono il brano, travalicano nella percezione dello spettatore la sensazione di trovarsi di fronte ad una esecuzione mediata. Di fronte, o meglio “dentro” l’installazione, ci si sente presenze invisibili, quei visitatori che attraversano la casa e partecipano da spettatori allo svolgersi di un percorso quotidiano di condivisione di spazi e di vita familiare, sublimato e simbolizzato dall’esecuzione corale di una stessa canzone. Ognuno concentrato sul proprio strumento e allo stesso tempo attento nell’ascoltare e nell’accordarsi con gli altri, i musicisti collaborano alla creazione di qualcosa di condiviso: questa situazione arriva a simbolizzare per l’artista l’assetto di una società ideale o di una famiglia ideale, dove ogni individuo è un universo a sé stante, intento nella sua personale storia ma anche in accordo con il movimento del gruppo con cui condivide un progetto più ampio.

Di sicuro The visitors, ispirata anche all’omonimo e ultimo album del celebre gruppo pop islandese ABBA, svela la generazione di appartenenza del suo autore e le sue influenze artistiche, da Fluxus, per l’importanza data alla performance e alle idee di collaborazione e condivisione, a  Dieter Roth – al quale sarà oltretutto dedicata la prossima mostra nell’Hangar Biccca. Strizza inoltre l’occhio ad una estetica musicale di ascendenza nordica esportata e accolta con favore anche in Europa nei primi anni del 2000 dalla generazione dei nati tra la fine degli anni settanta e i primi ottanta. Un immaginario che non a caso dunque lega Ragnar Kjartansson nella musica, oltre che nell’amicizia, a tre dei performer dell’opera, ovvero Kristín Anna e Gyða Valtýsdóttir, sorelle fondatrici dei Múm, e Kjartan Sveinsson, tastierista fino al 2012 dei Sigur Rós.

Martina Coletti

Ragnar Kjartansson, The Visitors
A cura di Andrea Lissoni e Heike Munder. In collaborazione con Migros Museum für Gegenwartskunst, Zurigo
dal 19.09 al 17.11.2013 Fondazione HangarBicocca | Via Chiese 2 | Milano

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