Valentina Tovaglia
L’artista thailandese Surasi Kusolwong occuperà lo shed dell’Hangar Bicocca (www.hangarbicocca.it) fino al 15 settembre con l’installazione site specific Ping-Pong, Panda, Povera, Pop-Punk, Planet, Politics and P-Art.
Metafore della comunicazione nella società contemporanea, cinque tavoli da Ping-Pong rappresentano cinque dimensioni relazionali attivabili da parte del pubblico. Su ognuno di questi, l’artista posa oggetti e materiali di ogni tipo, da quelli semplici di uso quotidiano ad altri provenienti da culture più o meno esotiche, ad altri ancora prodotti dall’artista stesso, kitsch e non. Tra gusci di uova, animali in legno e in gesso, oggetti che richiamano la cultura dell’Arte Povera, il pubblico può e deve giocare nell’installazione, facendo rimbalzare da un campo all’altro del tavolo da ping-pong domande e risposte a diversa accelerazione, cariche di complicazioni e provocazioni, le stesse che caratterizzano la contemporaneità dell’essere umano.
Un grande paesaggio, parallelo alla nostra esistenza, un gioco a livello interpersonale e intercontinentale, in cui rientrano anche le strategie politiche, su tutte “la diplomazia del panda”, pratica di origini antiche usata poi sistematicamente durante la guerra fredda: quando la visita di un politico nella Cina comunista aveva esito positivo, era previsto il trasferimento di una coppia di panda nel suo Paese, con relativo sradicamento dal proprio territorio d’origine. Vediamo così la riproduzione di un panda, morbido come, poco più distanti, i cubi di gommapiuma che vogliono essere una sintesi minimale delle relazioni dettate dei modelli abitativi, collegati anche a un gruppo di sculture-tenda in ferro, legno e marmo. L’artista vuole risvegliare la coscienza degli uomini in merito allo stato in cui si trova oggi il nostro pianeta anche attraverso la musica, con ripetizione quasi ossessiva della frase Hello, hello, hello, how low? tratta da una canzone dei Nirvana e amplificata da una scritta in neon. Così Surasi Kusolwong esprime infatti la propria poetica: “Costruisco le condizioni estetiche basilari di parole, materiali, media, immagini e codici sociali, per suggerire esperienze estetiche di crescita e realizzare attività svolte dalle persone e per le persone per connetterle al mondo di oggi. Faccio P-Art.Sono per l’Arte delle Persone”.