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Picnic 2.0. L’evoluzione del picnic nell’epoca del Social Media Networking

Come si comporta la “wi-food generation” a confronto con un tradizionale contesto sociale di ritrovo e consumo di cibo quale il picnic all’aperto? La risposta di Paolo Barichella, punto di riferimento in Italia per il Food Design e Mauro Olivieri, designer di fama, e’ il format Picnic 2.0, l’evoluzione del picnic nell’epoca del social media networking.

Presentato lo scorso Aprile nell’ambito del Fuorisalone nella fucina creativa di Superstudio Più, trasformato per l’occasione in Roof Garden, Picnic 2.0 offre un’inusitata rilettura del tradizionale picnic su un prato, qui riproposto con elementi di tecnologia, interattività, mobilità, funzionalità, ma sempre ancorato a valenze di comunicazione, evoluzione, e soprattutto poesia, come ha sottolineato più volte Olivieri.

Paolo Barichella e Mauro Oliveri, Picnic 2.0 Progetto 3D
Paolo Barichella e Mauro Oliveri, Picnic 2.0
Progetto 3D

L’iter creativo della squadra Barichella – Olivieri, per arrivare alla progettazione e creazione di format legati al food design, parte dall’osservazione di  comportamenti, rituali legati alla fruizione del cibo, per poi passare all’elaborazione di una serie di strumenti o all’ottimizzazione di contesti che ne massimizzino la funzionalità o godimento, in stretto dialogo con design, tecnologia o altri elementi.

Picnic 2.0 si avvale di piattaforme di social media networking per gestire gli aspetti organizzativi e di comunicazione che precedono il vero e proprio incontro. La fase di coordinamento, invito, organizzazione, prenotazione dello spazio viene gestita online tramite il social media di preferenza. Una volta giunti al modulo prenotato per il ritrovo tra amici, familiari o colleghi si utilizza il QR Code® ricevuto sul proprio telefonino per confermare via bluetooth la prenotazione effettuata online e ci si può avvalere di una serie di servizi aggiuntivi nella club house, attrezzata con piattaforme di cottura ad induzione alimentate da pannelli fotovoltaici. Si può persino fare la spesa al market telematico nel caso in cui alcuni ingredienti per il picnic fossero stati dimenticati o trascurati. Il tutto in un modulo interamente ecosostenibile, che può essere costruito in cima ad un grattacielo, in un parco urbano, su una spiaggia, in aree di ristoro, o in altri contesti di vario genere.

In un’epoca in cui i social media network sembrano aver preso il sopravvento delle comunicazioni e interazioni tra esseri umani, in cui l’ossessione per facebook, twitter, per l’informazione che diventa invadente, in quanto deve avvenire a tutti i costi, in qualsiasi momento, ci sembra interessante sottolineare come in questo format le potenzialità e gli strumenti del web partecipativo, altrimenti noto come web 2.0, vengano sfruttati in ogni loro sfaccettatura, per poi però riportare gli individui che ne fanno uso al networking tradizionale, fatto di incontri vis a vis e di interazioni verbali dirette. Alcuni studi caratterizzano i social media networks come in grado di creare un potenziamento del cosiddetto capitale sociale degli individui, attraverso una sere di azioni che portano tale capitale da offline (la vita ‘reale’) a online (la vita dei social media networks). Sebbene i social media networks siano un fenomeno relativamente nuovo, si riscontra come costante una direzionalità di questo tipo. Ma il format di Picnic 2.0 sembra aver trovato la formula perfetta per sfruttare tutte le potenzialità e connessioni dei SMNs per poi creare una drastica inversione di tendenza, portando le connessioni online a tenersi offline, di persona, in un luogo caratterizzato da elementi di sostenibilità, tecnologia, ma anche social network, nel senso che la parola aveva prima della nascita dei ‘media’ networks. Ecco dunque la tradizione nella rivoluzione, ecco la poesia di cui parla Olivieri, il richiamo a forme archetipe che diventano forme familiari e danno continuità visiva e di contenuti a rituali sociali quali il picnic nell’era del digitale.

Chiara Carfi

D’ARS year 50/nr 202/summer 2010

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