Moltissimi artisti, oggi – in modo particolare quelli che lavorano nel campo dell’installazione, ma non solo – si rivolgono ad artigiani e ingegneri cui affidano la realizzazione di parti significative dei loro lavori, spesso addirittura l’opera nella sua interezza. I nomi delle maestranze rimangono però spesso e volentieri nell’ombra e l’unico che compare, a lavoro finito, è quello del “maestro di bottega”, cioè l’artista. Pae White (1963) incarna a un tempo la regola e l’eccezione di questo sistema. Diplomata all’Art Center College of Design di Pasadena, California, dov’è nata, prima di diventare artista a tempo pieno, ha lavorato come scenografa per il cinema e la pubblicità e come grafica di cataloghi di mostre. (…)
There is an increasing amount of contemporary artists (particularly those specify in installations) who decide to employ artisans and engineers for the production of parts (or sometimes even the entirety) of their work. However, the names of the workers are often conveniently left in the shadows, allowing the artists to take full credit for the completed work. Pae White (1963) simultaneously personifies this system’s rule and exception. A graduate from the Pasadena Art Center College of Design in California (her birthplace), she worked as a set designer in film and advertising and as a graphic designer for exhibition catalogues, before becoming a full time artist. (…)
Stefano Ferrari
D’ARS year 54/nr 218/summer2014 (abstract dell’articolo)
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