Dal 30 agosto all’11 settembre si svolgerà a Rovereto la 36esima edizione di Oriente Occidente, Festival Internazionale che ospiterà i massimi esponenti della Danza Contemporanea.
Corpo, spazio, socialità. Corpo che racconta storie spostandosi, corpo che vive lo spazio appropriandosi e sollecitandone i confini e ancora corpo come frontiera tra culture, appartenenze e ovviamente identità diverse. Il Festival Oriente Occidente continua il suo percorso di intreccio e connessione tra Danza e fenomeni sociali. E la trentaseiesima edizione porta a Rovereto storie che prendono forma e vita in terre lontane o nelle pieghe del quotidiano, nell’incontro con l’altro con i copioni di Shakespeare, i disegni di Pablo Picasso o le problematicità dei sobborghi afroamericani di Pittsburgh e dei ghetti di Johannesburg.
Perché con i corpi migrano le storie, le letterature si incontrano e dialogano: come nel caso di Romeo & Juliet/Rebellion & Johannesburg, moderna interpretazione del classico nella subcultura giovanile del suo paese della coreografa sudafricana Jessica Nupen (2 settembre ore 20.30 all’Auditorium Melotti). Contaminazioni e confini, letterari o esistenziali come nel lavoro che apre il festival Attends, attends, attends… (pour mon père), l’assolo di Jan Fabre (31 agosto ore 20.30 al Teatro Zandonai) dedicato al suo danzatore–feticcio Cédric Charron, con cui collabora dal 2000.
Le emozioni non hanno territorialità e anche dove il confine è conflitto si può sprigionare l’energia della danza. Questo dice il lavoro della Batsheva Dance Company, la compagnia più importante d’Israele: Ohad Naharin (3 settembre ore 20.30 al Teatro Zandonai). Strutturato in tre parti: Bellus, Humus e Secus, Three incarna l’essenza della poetica e la forza della sua danza della compagnia.
Confini tra i generi in OPUS 14 (7 settembre ore 20.30 al Teatro Zandonai): il lavoro di Kader Attou è una prima nazionale e coinvolge sedici danzatori per esplorare l’intero repertorio hip hop. Sul pavimento una sorta di tappeto di sabbia, terra malleabile e in continuo cambiamento, e sullo sfondo disegni sfumati che ricordano onde e fiori.
C’è anche Roberto Zappalà, che dopo il lavoro su Rodin e la bellezza, ritorna alla sua Sicilia con un lavoro sul marranzano (lo scacciapensieri), suonato live da Puccio Castrogiovanni in Instrument 1 (8 settembre ore 20.30 all’Auditorium Melotti). I sette corpi maschili, che ne declinano le sonorità, interpretano una Sicilia senza confini, in cui la tradizione e la modernità si incrociano, si ritrovano, si fondono.
Ancora hip hop per Pavement del coreografo Kyle Abraham (9 settembre ore 20.30 al Teatro Zandonai). Volto emergente dagli USA, tratteggia un potente spaccato della vita di strada tra gang rivali e polizia violenta: estremamente attuale. La colonna sonora è un collage che incorpora il jazz e il repertorio barocco di Vivaldi e Bach. Questa volta il tema è la discriminazione; il confine diventa conquista di diritti. Ispirandosi al celebre film Boyz N The Hood (Strade violente, 1991), Kyle Abraham usa l’hip hop con passi di street dance ibridati con le linee pure della modern dance.
“Un viaggio di una donna dalla vita alla morte” o forse, come ricordava Ikeda, “dalla morte alla vita”. Ikeda Carlotta è la danzatrice per la quale fu creato oltre trent’anni fa UTT, un emblematico assolo che ha permesso di far conoscere in Europa la danza Butoh e la sua declinazione al femminile. Come ultimo gesto prima della prematura scomparsa, Ikeda ha trasmesso questo brano a una danzatrice della sua Compagnia, Maï Ishiwata. Il tempo trascorso, la differenza tra le due interpreti rendono ancora più universale il brano in scena a Rovereto (10 settembre ore 20.30 al Teatro Zandonai).
Il Boléro di Ravel torna in scena rivisitato e riscritto per nove danzatori del Ballet National de Marseille (11 settembre ore 20.30 al Teatro Zandonai) che Emio Greco dirige con Pieter Scholten. Precede questo lavoro collettivo il duetto Two, altra esemplificazione della ricerca artistica di Greco e Scholten incentrata sul tema del doppio. Qui il confine è tra maschile e femminile, un incontro di diversità. Un duo che è duello, gioco sospeso tra maschile e femminile, riverbero di gesti da un corpo all’altro. Non c’è dialogo tra i due danzatori in scena, solo un effetto di mimetismo, di confusione che mescola e confonde mittenti e destinatari dei gesti.
Un festival che parla di confini non può rimanere dentro quelli di un teatro, così Oriente Occidente porta la danza nelle strade, sulle facciate dei palazzi, nella piazza e anche nelle sale del MART. Nell’atrio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto (dall’1 al 3 settembre ore 18) è previsto Scenario del coreografo bolognese Luca Veggetti. Il tema del lavoro è il combattimento nelle sue possibili declinazioni. La performance, interpretata da quattro danzatori, è destinata a diventare una installazione.
Si arrampica sui cornicioni dei palazzi di Rovereto Antoine Le Menestrel per L’Aimant. Poèsie verticale (dall’1 al 3 settembre ore 18 in Via delle Fosse): chi guarderà in su vedrà il danzatore nei panni di Romeo cercare la sua Giulietta.
Sempre nel piazzale del MART Marcos Morau (1 settembre ore 20.30) con Los Pajaros Muertos racconterà tutti quei personaggi che Pablo Picasso ha incontrato e che sono scomparsi prima di lui.
È contaminata con il circo invece BLOCK (9 settembre ore 11 presso Urban City e ore 17 in Piazzale Caduti del Lavoro; 10 settembre ore 10 in Largo Foibe e ore 17 in Piazza Malfatti) di Motionhouse, storica compagnia inglese, che in collaborazione con i cinque artisti circensi di NoFit State fa combaciare danza e acrobazia estrema.
Come ogni anno ritorna la sezione Linguaggi per approfondire le tematiche del festival. I protagonisti quest’anno saranno: Paolo Mieli, Maurizio Zanolla “Manolo”, Antoine Le Menestrel, Domenico Quirico, Franco Cardini, David Bellatalla, Andrea Segre, Gad Lerner, Philippe Verrièle e Laurent Paillier.
Per chi desidera sperimentare la danza con con i coreografi e i danzatori protagonisti di Oriente Occidente ci saranno Workshop e Masterclass: tra questi anche #Unlimited Workshop dedicato alla danza inclusiva e rivolto a danzatori abili e disabili.
Simone Azzoni
QUI le info su Oriente Occidente.