Otto anni per NODE festival modenese prodotto da Lemniscata e Fuse* dedicato alle arti elettroniche e digitali. Inaugurato il 22 ottobre con l’opening della mostra di Zimoun – propone dal 9 al 12 novembre una serie d’incontri finalizzati alla congiunzione tra musica, discipline multimediali e arti visive.
605 prepared dc-motors, cardboard boxe dell’artista svizzero Zimoun ha aperto i battenti di NODE festival alla Galleria Civica di Modena, mettendo subito le cose in chiaro: il festival vuole comunicare e interagire con le persone. Architetture sonore formate da materiali semplici, creano composizioni sonore ripetitive sfruttando anche i principi spaziali. Cinque diverse situazioni allestite per offrire allo spettatore un percorso caratterizzato da esperienze multisensoriali, rivolte alla riflessione umana e sociale (la mostra è visitabile fino al 5 marzo).
Il 9 novembre il festival inizia a prendere forma spostandosi alla chiesa di San Bartolomeo, monumento religioso tra i più imponenti e fastosi della città. Lubomyr Melnyk, pianista ucraino, incanterà il pubblico con il suo evocativo flusso di note che tanto lo caratterizza. Illirion, il suo ultimo album, è un viaggio sonoro composto da linee melodiche che si intrecciano e rincorrono senza pausa. Considerato tra i pianisti più veloci al mondo, Melnyk possiede la capacità di trasmettere attraverso la sua musica una forte carica emotiva. Un Muzio Clementi del nostro tempo, virtuoso e manierista del pianoforte.
Il 10 novembre è la volta del planetario civico F. Martino. Per chi non fosse mai stato in un planetario, quale occasione migliore? Un luogo decisamente magico già di per sè, che per il festival NODE ospita tre grandi nomi della scena elettroacustica e sperimentale italiana, accompagnati dai live visual di Paradoxes, realtà ravennate specializzata in live performance per planetario. Giuseppe Ielasi con il progetto Inventing Mask, crea a suo modo una galassia sonora ripetendo e sovrapponendo loop di lunghezze diverse; Giovanni Lami ed Enrico Malatesta propongono invece un’opera site specific, ispirata al racconto di Philip K. Dick We can remember it for you wholesale, dal titolo It’s sure good to be back on Terra
L’11 novembre si torna alla Galleria Civica di Modena, precisamente a Palazzo Santa Margherita, con quattro performance a ingresso gratuito. La techno destrutturata di Huerco S. segue al set di pura improvvisazione del duo Rashad Becker, considerato tra i guru dell’elettroaucustica contemporanea ed Eli Keszler sound artist, batterista free jazz di New York. In serata FIS (Forever In Search) presenta in esclusiva per NODE il suo ultimo album From patterns to details, un’inedita performance audio-video in collaborazione con il videoartista Jovan Vucinic. In chiusura di serata il live set di Gea Brown mescola diversi correnti musicali attraverso un originale approccio al djing.
Il 12 novembre, il festival approda al Teatro Storchi, con due spettacoli audiovisivi dal forte potere evocativo. Il musicista inglese Paul Jebanasam accompagnato dai live visual di Tarik Barri aprono il varco all’immaginazione con suggestive atmosfere cinematografiche. A seguire la prima nazionale di Lumière II dell’artista tedesco Robert Henke, una produzione elaborata ed elegante di laser e suoni a metà tra concerto e visual art.
NODE festival in questa edizione si presenta come un interessante groviglio di luci e suoni, un ottimo palliativo al buio e al silenzio autunnale che man mano stanno prendendo il sopravvento sulle nostre giornate. Quindi se volete rischiarirvi un po’ le idee, Modena vi aspetta.
Sara Cucchiarini
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