Fra gli eventi collaterali della Biennale di Venezia un interessante spunto di riflessione è offerto da My East is your West, ospitato presso Palazzo Benzon. Per la prima volta infatti India e Pakistan sono presenti e uniti all’interno della Biennale, con il comune obiettivo di reindirizzare, attraverso le opere degli artisti Shilpa Gupta (Mumbai – India) e Rashid Rana (Lahore – Pakistan), il complesso clima di rapporti storici dei due paesi. La mostra, curata Feroze Gujral con la collaborazione di Natasha Ginwala e di Martina Mazzotta, propone attraverso video, installazioni interattive, opere digitali, fotografie e performance continuative un percorso immersivo nella cultura e la società di questi territori.
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Nei lavori di Rashid Rana emerge un linguaggio legato alla poetica del pixel, al costante rapporto fra micro e macro, come testimonia l’opera War Within II in cui nell’evidente citazione del dipinto di Jacques-Louis David Il giuramento degli Orazi, la fratellanza rotta con il sangue, diventa, per Rana, la frattura fra India e Pakistan. Una situazione analoga è rappresentata dalla riproduzione del quadro di Caravaggio Giuditta e Oloferne, reso attraverso innumerevoli e minuscoli video che, simili a pixel, mostrano scene di conflitto e violenza.
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Rana si sofferma inoltre sul tema del doppio, sui concetti di locazione e dislocazione, di percezione personale e collettiva, resa attraverso la ripresa del visitatore, da installazioni interattive o da video che mostrano i passanti ripresi inconsapevolmente davanti ad una sua opera.
Nella creazione di specularità, di connessione tra persone diverse ed esperienze collettive Rana sfuma i confini che separano per indirizzare verso una maggior condivisione.
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Shilpa Gupta attraverso la serie di opere Untitled unisce riflessioni e situazioni delle zone di confine tra India e Bangladesh nelle quali ha vissuto per approfondire la sua ricerca sociale e artistica. Con differenti linguaggi espressivi quali installazione, video, fotografia, performance, disegni descrive la barriera dove avvengono costanti flussi migratori e conflitti. Nella sua testimonianza riproduce merci smontate o frantumate per essere trasportate, come un sari bianco ridotto a una sottile e lunga striscia di tessuto avvolta su un fuso, che verrà ricomposta dopo il trasporto; la ceramica cinese frantumata da reimpiegare e usare come merce di scambio.
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Non mancano descrizioni minuziose incise su una lastra metallica legate ai metodi utilizzati per oltrepassare il confine come una zattera di bambù con rotelle, un cric d’automobile; un grande faro della barriera che abbaglia i visitatori come coloro che tentano di attraversarla; installazioni con scene di umanità precaria, nascosta e soffocata dall’uniforme di sorveglianza oltre a opere che ci riportano al clima nebbioso e umido della zona.
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Molto coinvolgente è inoltre la performance “continuativa”, dove il performer traccia dei segni su una striscia di tessuto lunga 4 km che percorre l’ambiente, metafora delle linee del confine che definisce la posizione artistica di Gupta, facendo riflettere sulla divisione e sulla fragilità della cittadinanza.
My East is Your West
a cura di Feroze Gujral, Fondatore/Direttore Gujral Foundation
Artisti: Rashid Rana (Lahore – Pakistan) e Shilpa Gupta (Mumbai – India)
Palazzo Benzon, Calle Benzon, San Marco 3917, Venezia
Fino al 1 ottobre 2015