Nella mostra Moving Tales – Racconti in movimento. Opere video dalla Collezione La Gaia a cura di Eva Brioschi trenta opere video sia storiche sia recenti indagano questo mezzo espressivo con un approccio narrativo o metalinguistico.
L’allestimento, realizzato all’interno della chiesa sconsacrata di San Francesco a Cuneo, mette insieme più voci eterogenee in maniera suggestiva evitando l’effetto cacofonia, che è sempre il rischio maggiore quando si ha a che fare con suoni e immagini in movimento. Un altro pregio è la stessa selezione di lavori che, nonostante spesso durino tra i 15 e i 30 minuti, sono in gran parte concepiti in modo tale che anche una fruizione parziale (altrimenti il tempo di permanenza nella mostra sarebbe infinito!) ne permetta la piena comprensione: si tratta spesso di loop, di azioni ripetute o dilatate nel tempo, con variazioni minime.
È questo per esempio di Scratch Hither (2001) di Douglas Gordon, in cui la stessa azione viene reiterata per 34’45’’: un dito indice invita lo spettatore muovendosi avanti e indietro per tutta la durata del lavoro. Il tempo dell’azione è dilatato nei tableaux vivants di Bill Viola, come nel caso del video Rembrance (2002) che dialoga con un’altra opera in cui una camera fissa riprende un volto colto in un’espressione di dolore: I’m Too Sad To Tell You (1971) di Bas Jan Ader. Il rimo invece è sincopato nell’installazione su sette monitor Babel Series (1999), in cui l’artista Candice Breitz si riappropria del footage di alcuni video-clip di artisti come Madonna, Grace Jones o Prince selezionando una sola sillaba, che viene ripetuta all’infinito. La musica, con il refrain di Ain’t No Mountains High Enough è al centro del lavoro di Jonathan Horwitz dedicato al cantante soul Tammi Terrell, scomparso all’età di 24 anni per un tumore al cervello: The Soul of Tammi Terrell (2001).
Alcuni lavori indagano invece l’uso del corpo, come Body Tape (1970) dell’azionista femminista Valie Export, in cui l’artista realizza sette azioni diverse dietro ad un vetro. O ancora, nella video-installazione Up Against Down (2008) il corpo nudo di Gary Hill si espande nello spazio espositivo: con sei proiezioni braccia, gambe, testa, dorso e mano premono e lottano contro le pareti della chiesa. Altri artisti invece indagano la specificità mediale del video, come Ryszard Wasko in 30 Sound Situations (1975) in cui tenta di mappare le proprietà acustiche di differenti situazioni ambientali in una sorta di ricerca ontologica sulle proprietà del mezzo per rappresentare il reale.
Chen Chien-Jen ha un approccio più narrativo: il suo video Factory (2003), ambientato in una fabbrica manifatturiera, alterna lunghi piani sequenza delle lavoratrici a scene di repertorio. In Zeno Writing (2002), invece, William Kentridge si ispira alla La Coscienza di Zeno di Italo Svevo in cui l’alternanza di disegno animato, film d’archivio e teatro d’ombre ricorda il flusso di coscienza su cui si costruisce l’impianto narrativo del romanzo.
Eleonora Roaro
Con gli artisti: Marina Abramovic, Bas Jan Ader, Victor Alimpiev, Pierre Bismuth, Candice Breitz, Mircea Cantor, Chen Chieh-jen, Rä Di Martino, Valie Export, Regina José Galindo, Ugo Giletta, Douglas Gordon, Ion Grigorescu, Gary Hill, María Teresa Hincapié, Jonathan Horowitz, Alfredo Jaar, Joan Jonas, William E. Jones, William Kentridge, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marzia Migliora, Adrian Paci, Ene-Liis Semper, Santiago Sierra, Rosemarie Trockel, Bill Viola, Ryszard Wasko, Jordan Wolfson.
Moving Tales – Racconti in movimento. Opere video dalla Collezione La Gaia
A cura di Eva Brioschi con la collaborazione di Manuela Galliano
Complesso Monumentale di San Francesco
Cuneo, Via Santa Maria 10
DATE:
da venerdì 24 giugno a domenica 28 agosto 2016
info: museo@comune.cuneo.it | t. 0171 634175
Orari:
martedì-sabato: 15.30-18.30 | domenica e festivi: 15.30-18.30
Orari di prenotazioni per scuole e gruppi:
martedì – venerdì: 9.00 – 13.00 e 14.30 – 18-30 | sabato: 9.00 – 12.30 e 15.30 – 18.30