A Milano, fino a venerdì 26 settembre – giorno in cui ci sarà l’inaugurazione ufficiale – nella centralissima zona, in parte pedonale, tra Piazza Cardinal Andrea Ferrari, Via Gaetano Pini e Via San Calimero, sarà possibile vedere all’opera gli street artist milanesi Orticanoodles, Pao e Ivan, chiamati dall’Istituto ortopedico Gaetano Pini per trasformare l’estetica di questo angolo grigio della città con quasi 1000 mq di murales permanenti. Si tratta di un progetto di arte urbana ideato dall’Ufficio Comunicazione di questa azienda ospedaliera, di cui ricorre il 140° anniversario, e sostenuto dalla Fondazione Cariplo, con il patrocinio di Comune di Milano, Provincia di Milano e Fondazione Stelline. Il live painting, iniziato il 15 settembre, si svolgerà, oltre che sui muri interni ed esterni dell’Istituto Gaetano Pini, anche sul lungo muro del Monastero della Visitazione e dell’Archivio Storico Diocesano, le altre due istituzioni che hanno aderito a questo progetto di valorizzazione territoriale.
Gli Orticanoodles si stanno dedicando a un intervento sul grande muro di oltre 600 mq del Monastero della Visitazione (da Via Giuseppe Mercalli a Via San Calimero passando per Piazza Cardinal Andrea Ferrari), che sarà celebrativo di Milano, in quanto consisterà in una galleria di volti – affrontati con il tipico stile rugoso, dettagliato e cromaticamente sperimentale – di dodici personaggi eccellenti della città, che hanno brillato nel mondo della letteratura, dell’architettura, della moda, del cinema e della musica. I soggetti rappresentati sono oggi il substrato dal quale fioriscono e fioriranno ancora letture, progetti, aspettative, risposte, idee e visioni culturali sublimi, asimmetriche, innovative e preziose per noi, in quanto concittadini, e per tutti, in quanto esseri umani.
Pao realizzerà in Via Pini, su una superficie muraria di circa 200 mq, un’opera astratta e cromaticamente accesa, che, come lui stesso dichiara, è un’occasione per rappresentare la contrapposizione tra razionalità e creatività, tra geometrico e organico, tra scienza e arte, tra maschile e femminile. Nell’opera la contrapposizione è rappresentata dalla presenza simultanea di un pattern di forme cubiche e di un vortice di forme morbide.
Anche Ivan avrà a disposizione 200 mq, questa volta quelli dell’ingresso dell’Archivio Storico Diocesano in Via San Calimero, da convertire in un muro che parlerà il suo linguaggio calligrafico. Dice Ivan: L’opera è basata sul concetto di parola come prima unità di significato, che è tanto potente sia presa singolarmente, sia legata ad altre. Ecco perché oggi preferisco all’idea tradizionale di poesia lineare una forma espressiva polisemica, che può rendere il lettore artefice del significato dell’opera: sarà proprio ogni osservatore a poter liberamente connettere le parole del murale per creare il proprio frammento lirico, in una prospettiva che, anche grazie alla dimensione del supporto, è ben più dinamica rispetto a quanto possibile con i formati tradizionali.
Valentina Tovaglia