L’Ironia del Sapere (volume Uno e volume Due) è il titolo della doppia retrospettiva dedicata a Matteo Peretti e presentata presso Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto, dal 27 giugno al 27 settembre, a cura di Gianluca Marziani, e dal 8 al 31 luglio presso il museo PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, a cura di Alfredo Cramerotti.
Si tratta di un percorso cognitivo nel quale installazioni, performance e sculture interagiscono al fine di minare le basi cognitive acquisite e creare nuove conoscenze negli spettatori.
È la società, con i suoi eccessi e i suoi condizionamenti, l’elemento dal quale parte la riflessione estetica di Peretti. Il progetto si inserisce e prosegue il lavoro precedente dell’artista, incentrato sulla costante e ossessiva raccolta di oggetti di vita quotidiana, residui di azioni comuni; tale cannibalismo scultoreo era funzionale a una narrazione dello stato di crisi della società attuale, nel quale l’apparenza ludica, di stampo pop, implicava invece una acuta critica sulla società dell’apparenza e della comunicazione invasiva.
Le serie dei Giocattoli e dei Synthethic Brains, opere installative da cui letteralmente straripano flussi di oggetti e di informazioni pressoché infiniti, paiono domandare allo spettatore: quali dei nostri oggetti quotidiani sono realmente necessari? Non vi è più, dunque, soltanto l’atto dell’osservare, ma un tentativo più preciso di comprendere il mondo, di stabilire il ruolo della conditio humana in rapporto con il mondo circostante.
Nelle performance la fruizione implica un secondo sguardo che vada oltre l’approccio superficiale, come avviene esattamente nel processo ironico: il black bloc di Fede Incontrollabile non è colto nell’attimo dell’azione violenta ma prega, immobile, spinto dalla fede nel cambiamento del mondo in cui vive. È sinceramente pentito delle sue azioni oppure cerca nella propria spiritualità un ulteriore incentivo all’azione? La performance si presta a diversi livelli di lettura: l’inginocchiatoio sul quale prega il black bloc venne già presentato al PAN come parte di un’opera installativa dell’artista Salvatore Mauro, che rifletteva sulla destabilizzazione dovuta alla crisi mistica, politica, sociale e individuale che porta l’uomo a cercare conforto in una entità soprannaturale.
L’opera di Peretti osserva la quotidianità di tutti noi, con un sorriso ironico: gioca con la vita, l’arte gioca con noi e noi giochiamo con lei, perché, alla fine, solo giocando si impara.
Palazzo Collicola Arti Visive, Piazza Collicola 1, Spoleto
Museo PAN, Via dei Mille 60, Napoli
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