Come affrontare la sfida posta da un periodo storico in cui anche il settore artistico – come tutti gli altri – arranca alla ricerca di nuove forme di comunicazione con il pubblico? Oltre alle ormai sperimentate notte bianca e notte europea dei musei, a movimentare il panorama parigino dell’arte sono stati due eventi articolati nell’ordine sugli ultimi due weekend del mese di maggio.
70 editori internazionali hanno animato la prima edizione del MAD – Multiple Art Days (Giorni dei multipli d’arte) – alla Maison Rouge. Stampe, fotografie, libri, dischi, film, oggetti, la proposta riguarda ciò che è suscettibile di essere riprodotto e divenire oggetto di collezione. Il tutto corredato da una scenografia in cartone (stand compresi) ideata dall’artista Stéphane Magnin, performance artistiche, concerti e dibattiti.
Ma l’aspetto più innovativo riguarda il target: presentando un range di prezzi tra 10 e 20.000 euro, il salone è nele intenzioni degli organizzatori alla portata di tutti secondo un’offerta che si rivolge a collezionisti (o potenziali tali) di qualsiasi estrazione sociale. Brioso e ricco di spunti interessanti, in futuro il MAD necessiterebbe forse di uno spazio più ampio o di un numero più contenuto di espositori.
Sempre dedicata ai collezionisti, la seconda edizione di Choices – Collectors Weekend (Scelte – Weekend dei collezionisti) ha riproposto la stessa formula del 2014 in versione leggermente ampliata. Una mostra collettiva all’École Nationale des Beaux-Arts ha ospitato un’opera selezionata da ciascuna delle 40 gallerie che si sono associate per creare un itinerario alla (ri)scoperta delle loro differenti sedi nei quartieri di Saint Germain, del Marais e di Beleville (eccezionalmente aperte anche la domenica).
L’interesse dell’iniziativa risiede nel creare una serie di possibilità di incontro tra operatori e appassionati del settore lungo un percorso che coniuga vernissages ed eventi ad hoc a un ritmo di visita da flâneur tipicamente parigino (da “flâner”, che potrebbe tradursi come “andare a zonzo camminando in scioltezza”) in un clima improntato al dialogo e alla convivialità.
Danilo JON SCOTTA