Stefano Ferrari
Timestory è una scritta lunga 50 metri e alta 3, composta da 20mila stampe in bianco e nero formato 9×13 cm, tappezzate di caratteri, simboli tipografici e vecchie illustrazioni da enciclopedia. Appiccicati al muro lungo il margine superiore, i foglietti somigliano a tanti post-it incollati disordinatamente uno sull’altro. Qua e là, ce n’è uno attaccato a un meccanismo da orologio, che ruota in senso orario al ritmo dei secondi. La ticchettante installazione di Lorenzo Petrantoni, grafico di successo che “adora la Perrier”, copre quasi interamente la parete nord dell’ex refettorio delle Stelline. La stessa parete sulla quale Warhol, come lui artista e pubblicitario, appese nell’87 il suo Cenacolo pop per inaugurare la Galleria Gruppo Credito Valtellinese, che da allora occupa lo stanzone.
Timestory è l’omaggio di Petrantoni alle sue passioni e al suo lavoro: la grafica, il collage, la pubblicità e, ovviamente, il tempo, vero protagonista della sua arte (e della mostra, che è sponsorizzata da Swatch). Le vorticose illustrazioni del genovese vivono infatti in una dimensione temporale indefinibile, sospese come sono tra passato e presente, vecchio e nuovo; realizzate col computer, ma anche con strumenti tradizionali, forbici, cutter e tubetti di colla stick. Le immagini che affollano le sue grafiche vengono da vecchi manuali e dizionari dell’Ottocento che recupera dai bouquiniste, i venditori di libri rari che affollano il lungosenna parigino. Le passa allo scanner, le stampa, le ritaglia e le usa per comporre nuove, modernissime immagini.
Una tecnica unica, che ha attirato l’attenzione di marchi famosi e riviste specialistiche, che l’hanno chiamato a disegnare campagne pubblicitarie e copertine accattivanti, esposte in galleria in una serie di stampe su carta indiana (tutte 90×130 cm). C’è la rèclame per i 120 anni della Coca-Cola; il manifesto dell’edizione 2009 del musical Ragtime; un’illustrazione per Billboard Magazine con Adam Clayton e The Edge degli U2; la cover del Newsweek di fine 2008 con Obama circondato dai nomi dei cinquanta uomini più potenti del mondo. E ancora, oggetti da collezione, come le tre tavole da snowboard Burton create per il campione Shaun White e i cinque orologi da polso disegnati per Swatch (che vanno ad aggiungersi ai modelli di Keith Haring, Annie Leibovitz, Mimmo Rotella, Nam June Paik, Kiki Picasso, Jamie Hewlett e dei molti altri artisti che hanno collaborato con la società svizzera).
Da vicino, le grafiche di Petrantoni confondono la vista; da lontano, mostrano una struttura ordinata, spesso speculare. Non è mai però una simmetria esatta: le distanze tra gli oggetti variano leggermente; da un lato compare un elemento che sull’altro non c’è. E questa perfetta imperfezione è ciò che le rende uniche e affascinanti, più “umane” rispetto alle loro sorelle cento percento digitali.
Lorenzo Petrantoni. Timestory
2 marzo – 1 aprile 2012
Galleria Gruppo Credito Valtellinese
Corso Magenta 59 – Milano