Fino al primo di novembre il Palazzo della Ragione di Milano ospita la prima mostra europea consacrata a Edward Burtynsky. Fotografo poco conosciuto in Italia ma già assurto nella costellazione dei più celebrati in Paesi come quella Francia della cui Paris Photo è da anni protagonista indiscusso, Burtynsky oscilla tra il mondo propriamente della fotografia e l’universo dell’arte contemporanea. Fatto proprio il principio secondo il quale attraverso la cultura è possibile sensibilizzare l’uomo sulle conseguenze delle proprie azioni, il canadese utilizza i propri scatti per scuotere l’opinione pubblica.

Da quest’approccio focalizzato sull’impegno sociale nasce il titolo dell’esposizione stessa: Acqua Shock si prefigge di meravigliare lo spettatore e nel contempo di scioccarlo per quanto attiene i disastri ambientali provocati dall’uomo in diverse regioni della Terra. In questo caso oggetto dell’analisi sono l’origine e l’utilizzo dell’acqua. Attraverso 60 scatti di grande formato ecco dispiegarsi un viaggio che tocca oceani, fiumi, dighe, sorgenti, canali di irrigazione.

Tutti rigorosamente visti dall’alto grazie all’utilizzo di elicotteri telecomandati – non ama chiamarli “droni” perché il termine gli ricorda uno strumento di offesa – a comporre una sorta di caleidoscopio di immagini e colori il cui richiamo di primo acchito farebbe pensare a una superficiale celebrazione dell’estetica secondo canoni abbastanza prossimi all’astrazione. E la sfida lanciata da Burtynsky sta proprio qui: l’indecifrabilità della scala visiva utilizzata trova una chiave di lettura solo nei dettagli che consentono di riconoscere le effettive dimensioni macroscopiche dei paesaggi rappresentati.

Se è bello perdersi nelle cisterne a gradini dell’India che tanto ricordano i disegni surreali di Escher, il risveglio si fa amaro quando si coglie che le stesse sono ormai ridotte a gigantesche discariche. Se il canale All-American ha apportato molti vantaggi all’agricoltura californiana, l’effetto sulla regione attraversata dal fiume Colorado da cui trae l’acqua è devastante. L’obiettivo di Burtynsky ci regala peraltro anche l’emozione dell’incessante spettacolo offerto dall’acqua e dal suo rapportarsi con essa.

L’incontro con quel fiume che per gli indiani è la madre Gange durante il Kumbh Mela – a cui chi scrive ha avuto modo di assistere nel 2010 – testimonia del possibile superamento delle barriere tra uomo e natura. I fiumi Olfusá e Markarfljòt parlano della vita pulsante e incessante del pianeta. Ma un monito sembra scaturire da tutte le immagini presenti nell’esposizione: ricordiamoci che l’acqua non è inesauribile.
Danilo JON SCOTTA
Edward Burtynsky. Acqua Shock
3 settembre – 1 novembre 2015, Palazzo della Ragione Fotografia, Milano
Ingresso: 10€ – 8€ ridotto
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