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L’Inarchiviabile. Italia anni ’70

GINO DE DOMINICIS, TENTATIVO DI FAR FORMARE DEI QUADRATI INVECE CHE DEI CERCHI ATTORNO AD UN SASSO CHE CADE NELL'ACQUA, 1969, VIDEO PERDUTO.
GINO DE DOMINICIS, TENTATIVO DI FAR FORMARE DEI QUADRATI INVECE CHE DEI CERCHI ATTORNO AD UN SASSO CHE CADE NELL’ACQUA, 1969, VIDEO PERDUTO.

Non c’è desiderio – ci dice Deleuze (1) – che non scorra e, più precisamente, che non scorra in un concatenamento. Non si desidera mai qualcosa di isolato, si desidera un insieme, o per dirla ancor meglio si desidera in un insieme. Gli anni Settanta in Italia hanno visto lotte e proteste come protagoniste della scena politica e culturale del Paese. Attraverso il movimento operaio, il rifiuto del lavoro di fabbrica, l’antipsichiatria, il femminismo e i movimenti di liberazione omosessuale, è stato il decennio capace di restituire al desiderio la sua dimensione politica, sociale ed economica, opponendo all’universalismo la forza propulsiva delle differenze.

Dopo aver visitato la mostra L’Inarchiviabile / The Unarchivable – Italia anni ’70, curata da Marco Scotini per inaugurare FM Centro per l’Arte Contemporanea all’interno del complesso dei Frigoriferi Milanesi, è impossibile non sentire la necessità di mettersi a confronto con quegli anni o perlomeno di interrogarsi su di essi, in particolare per chi come noi non ha vissuto quella decade in prima persona ma ne è trascendentalmente erede. Dove è finita la nostra capacità di desiderare? Alle generazioni del presente sembra terribilmente mancare la capacità, caratterizzante di quegli anni, di costituire e potenziare un agire sul reale.

(…)

[1. L’abecedario di Gilles Deleuze, videointervista a cura di Claire Parnet e regia di Pierre André Boutang, DeriveApprodi, Roma 2014.]

Gabriele Longega e Ilaria Zanella
D’ARS anno 56/n. 223/estate 2016 (incipit dell’articolo)

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