CTRLZAK è uno studio creativo che ha fatto dell’intersezione tra le discipline e tra le culture uno dei suoi tratti distintivi. Che sia un oggetto di design, un pezzo unico, un’installazione ambientale o una performance, ogni lavoro di CTRLZAK è l’esito di una progettualità eclettica e sfaccettata. Lo studio nasce nel 2009 dalla convergenza delle passioni, attitudini e competenze di Katia Meneghini (1981) e Thanos Zakopoulos (1978), affiancati via via nel tempo da un team di collaboratori eterogeneo e variabile. Italiana lei, greco lui, entrambi si laureano in arti visive allo IUAV di Venezia. I primi progetti a quattro mani risalgono al periodo accademico, per poi moltiplicarsi negli anni fino a diventare l’attività preminente della coppia, dopo diverse esperienze di formazione e lavoro individuali, soprattutto all’estero (Katia in Danimarca, in Brasile e presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto a Biella; Thanos in Cina).
Il loro studio-open space, situato nella periferia nord di Milano, è un caos ordinato, gremito di insoliti souvenir, misteriosi prototipi, tracce di progetti in progress e tantissimi libri, tra cui fanno capolino perle come Storia delle terre e dei luoghi leggendari di Umberto Eco e la raccolta antologica per i 75 anni della Marvel. «Ormai non ci stiamo più, questo posto sta diventando troppo stretto!», confida Katia. Il perfetto bilanciarsi dei rispettivi approcci e interessi (arti performative e calligrafia per lei, fotografia e mixed media per lui) salta subito all’occhio osservando il loro habitat lavorativo, che appare permeato da un estro nomade e dal richiamo a culture remote, non solo sul piano spaziale, ma anche temporale. A chiarirlo basta già il nome, come spiega Katia: «CTRLZAK è un mix di lettere che si rifà ai nostri nomi, ma anche alla scorciatoia di tastiera Ctrl + z che si utilizza per fare un passo indietro. Come studio abbiamo iniziato lavorando sul concetto di memoria. Per noi è sempre stato importante il recupero della tradizione, non solo italiana. Ci affascinano le storie che si possono raccontare attraverso le cose. Questo passo indietro significa guardare a tutto quello che già esiste, rielaborandolo alla luce del presente».
Dopo lo stimolo o la suggestione iniziale, nell’iter creativo di CTRLZAK segue sempre un intenso periodo di ricerca, una full immersion volta alla scoperta di radici e declinazioni, che spesso portano a rintracciare elementi e caratteri comuni alle diverse culture, sui quali ragionare e da cui trarre nuova linfa. «Tutto parte da uno studio socio-culturale. Le diversità che derivano dalle condizioni geografico-ambientali influiscono sul modo in cui si è sviluppata la storia di un popolo, ma alla fine siamo una piccola terra, ci siamo evoluti in maniera parallela e i concetti ricorrono. È interessante capire queste diversità per andare avanti, in un presente sempre più globalizzato, dove le distanze si accorciano. Per non creare dei mostri, dobbiamo rispettare la tradizione del passato, sviluppare nuove forme basandoci su ciò che abbiamo acquisito nei secoli», dichiara Thanos a proposito della loro personale interpretazione del concetto di ibridazione. Un’espressione che nella ricerca del duo acquista un senso di rispetto e di autentico confronto. A testimoniarlo sono numerosi progetti che si collocano al confine tra arte e design, molti dei quali esposti nella recente mostra Paradigms of a Hybrid World, presso la galleria italo-cinese Spaziootto a Milano. CeramiX, per esempio, è una serie di 24 pezzi unici in porcellana, frutto della fusione tra due antiche produzioni, quella cinese e quella europea. È un progetto che prende spunto da un ricordo d’infanzia di Katia, la cui madre era solita incollare pezzi rotti di porcellane cinesi, procurati da una zia che lavorava in un negozio di import-export di mobili e accessori dall’Estremo Oriente. Tutto quello che giungeva rotto, veniva scartato e buttato via, ma la zia prontamente raccoglieva i pezzi più belli che, tra le mani attente della madre di Katia, riacquistavano forma e funzione. Da questa collezione atipica ne è scaturita poi una fortunata linea di oggetti di design per la tavola, Hybrid, che mira a portare l’arte nella vita quotidiana, prodotta dal noto brand Seletti.
Oriente e Occidente si incontrano anche nella affascinante serie di lavori Flagmented, che combina la tradizione tessile cinese con la classica arte del ricamo europea, così come nella collezione di tappeti Cross(me)Knot, realizzata in collaborazione con il marchio cc-tapis e contraddistinta dall’intersecarsi di motivi tibetani e nepalesi con tipici elementi di impronta occidentale.
È un’immaginazione che non contempla confini, una curiosità a tutto campo, quella dei due fondatori di CTRLZAK, alimentata da tante perlustrazioni intorno al mondo. Mentre ricordano con trascinante entusiasmo l’ultimo viaggio – «l’estate scorsa in Islanda, una scoperta continua, un’esplosione naturale» –, già pensano al prossimo, senza esitare su quale sia stato il loro viaggio più bello: «quello che dobbiamo ancora fare».
Tra i tanti progetti nati in seguito a peregrinazioni in terre lontane vi è D\Zen, un complemento d’arredo il cui design trae ispirazione da una curiosa usanza scoperta casualmente nei pressi di un tempio in Cina, ovvero la pratica di alcuni monaci buddisti di collocare sotto enormi massi degli esili bastoncini di legno, a mo’ di sostegno. A restare impresso nelle menti di Thanos e Katia è stato soprattutto l’emblematico intrecciarsi di forza e levità.
Ma l’inventiva di CTRLZAK non si pone limiti nemmeno sull’uso dei materiali. Transubstantia Paganus, per esempio, è una serie di stoviglie commestibili fatte di ostia, che invita a riflettere sul “consumo di massa e sulla vacuità di certi valori odierni”, non solo in ambito ecclesiastico, ma anche politico e sociale. Si tratta di oggetti dall’aspetto fragile e ambiguo, spesso protagonisti di performance e workshop in cui il pubblico è chiamato a partecipare (proprio in questi giorni Transubstantia Paganus è parte del programma di Tempo Italiano, evento collaterale della Stockholm Design Week).
In questo periodo, visto anche l’approssimarsi della settimana milanese del design (dal 14 al 19 aprile 2015), il team di CTRLZAK è alle prese con una sfilza di nuovi progetti che non fanno che confermare la sua spiazzante poliedricità: «Stiamo progettando dei complementi d’arredo per alcune aziende della Brianza, amplieremo la linea Hybrid con alcuni nuovi pezzi, parteciperemo a un’iniziativa sugli alveari urbani organizzata da Amazelab per Green Island 2015 e poi siamo al lavoro su un progetto espositivo intitolato Extincto e incentrato sulla estinzione degli animali avvenuta negli ultimi cinquecento anni a causa dell’uomo.»
Insomma, più che a un passo indietro, CTRLZAK fa pensare a un bel balzo in avanti.
Francesca Cogoni