“Raccolgo sempre moltissime ore di girato. Per questo i miei film sono ogni volta dei mosaici. Lo scopo del montaggio è così quello di trovare una struttura e una ritmica sulle quali non ho mai idee precostituite (…) I miei film sono sempre una scoperta“. F. Wiseman
Un’occasione unica e differente per visitare uno dei più importanti musei al mondo: soltanto nella giornata di oggi, mercoledì 11 marzo*, è possibile entrare nella National Gallery di Londra attraverso l’ultima fatica del documentarista americano Frederick Wiseman, National Gallery per l’appunto!
Sulle spalle più di quarant’anni di lavoro nel campo del documentario, migliaia di ore di riprese e molte di più di osservazione e contemplazione, Wiseman è un maestro del genere e il Leone d’oro alla Carriera di cui è stato insignito all’ultima Biennale di Venezia ne è una riprova. Da Public Housing a Zoo, da High School a At Berkley, il regista lavora da sempre sulle istituzioni, entrandoci come fosse un bambino alla ricerca di un tesoro che non sa bene che forma ha.
Un simile approccio è stato adottato anche per la National Gallery, che invece di essere ammirata dal basso verso l’alto perché Istituzione di una certa fama, di un certo peso e con anni di storia, è scoperta con curiosità. Ci accoglie il rumore dell’ultima aspirapolvere che lustra il pavimento prima di lasciare spazio al calpestio dei visitatori, si assiste alle riunioni della direzione, si seguono i tour di visita sostando di fronte a diversi quadri, si incontrano restauratori e tecnici nelle sale inaccessibili al pubblico.
È questo punto di osservazione sul museo londinese che rende unico il lavoro di Wiseman: molti sono i documentari su grandi musei o istituzioni che iniziano ripercorrendo l’origine del luogo, la formazione della collezione, le opere più importanti. Nulla di tutto questo è in National Gallery: il percorso attraverso le varie sale del museo è stato tracciato non da una narrazione preconfezionata ma dalla voracità di chi vuole capire come funziona l’intera macchina, riuscendo a restituire le mille sfaccettature del museo senza voice overs, senza interviste noiose o musichette alla Ulisse (senza nulla togliere ad Alberto Angela!).
Perchè la National Gallery è immensa, perché la nostra memoria ha dei limiti e perchè sono 170 le ore di girato da cui Wiseman e la sua montatrice hanno ricavato 3 ore di film: il documentario è molto dettagliato e difficile per chi non ha una certa affinità con musei e opere d’arte; sicuramente non è un documentario per tutti, ma ha il pregio di stimolare la curiosità delle più diverse fasce di pubblico, dagli addetti ai lavori a chi si interessa di marketing o di restauro. A differenza di altri lavori sull’arte, come quelli di Phil Grabsky, già visti in eventi speciali gli anni passati (ad esempio, Exhibition Manet), qui Wiseman parla di un mondo che si fa giorno dopo giorno, dentro e fuori dalle mura del museo e che è vivo. Il lato più affascinante è che Wiseman riesce attraverso il film ad animare le tele, i dipinti. Forse proprio perchè non si fissa su di loro, come farebbe Medusa….
Elena Cappelletti
Qui trovate la lista delle sale italiane in cui è proiettato National Gallery.