Alla Galleria Continua di San Gimignano alcune mostre in contemporanea. Spiccano i nomi “forti” di Jannis Kounellis, Anish Kapoor e Michelangelo Pistoletto, protagonisti di tre piccole antologiche.
È curioso lo sviluppo del lavoro di Kapoor, in continua ricerca e senza arresti, ma anche altalenante fra un estremo formalismo e improvvise e folgoranti soluzioni radicali. L’uso del marmo venato di rosso (come un’arteria venosa della terra) per poi scavarvi delle cavità allusive è bello ma forse troppo formale, così come lo sono i lavori di metallo lucido, reminiscenti di Pevsner e di tanta scultura modernista, anche se l’obiettivo resta sempre in fondo l’idea del rispecchiamento e dell’illusione ottica. Come nei grandi macigni dove il colore diventa profondità, interno delle cose, percezione e anche elemento fortemente drammatico.
E sulla percezione si ripresentano alcuni lavori fondamentali di Kapoor come le forme-ombra nere su bianco che nella loro piattezza creano illusioni di profondità, di sfondamento spaziale. Alcuni lavori si distaccano, il colore destabilizzante, terragno e invadente come le tinte in polvere usate in tante cerimonie e decorazioni indiane, è una presenza labile, simbolica e suggestiva. Come nella bellissima Endless Column del 1992 dove il colore rosso in polvere straripa alla base come al vertice con effetto spettacolare. Ma il lavoro più interessante è Descension, un “gorgo” d’acqua ricreato nel pavimento della galleria stessa, acqua nera in vorticoso movimento che gira all’infinito come un vortice nella corrente del fiume. Qui i riferimenti diventano complessi e ambigui.
È una sorgente di energia che viene riscoperta e ripresentata oppure un tributo all’elemento acqua come componente naturale, oppure un altro riferimento agli elementi sotterranei della della terra e della nostra cultura? È la profondità, la caverna spesso presente nei suoi lavori? La distanza fra le soluzioni “formali” e le soluzioni “radicali” sono sempre più evidenti nel passare del tempo e nello svilupparsi del suo lavoro, che non è rettilineo, ma distonico, bipolare, con partenze e arresti, ritorni e brusche frenate. E ciò malgrado resta uno degli artisti contemporanei capace di dare emozioni forti.
Michelangelo Pistoletto mostra la propria fase iniziale fino agli specchi, un inizio calato nella materia corposa e confusa che era il tessuto generativo dell’arte di quel periodo. Gli anni dell’informale, del materico ma anche della ripresa d’interesse nella figurazione attraverso il New Dada, mentre si intravedono i possibili sviluppi linguistici degli anni Sessanta. E si affaccia di fianco al quadro materico anche l’interesse verso l’immagine di origine pubblicitaria e delle forme della comunicazione mediatica. Tutti rigorosamente autoritratti, a riconferma del carattere auto-analitico del lavoro di Pistoletto, mentre nelle superfici lucide che circondano i ritratti inizia il processo che porterà all’uso dello specchio, sul quale incolla fotografie degli altri, delle cose e delle persone, ma in cui l’artista si rispecchia prima di prestare al pubblico l’immagine di sé.
Kounellis porta avanti la sua coerenza operativa all’interno di una rigorosa scelta di materiali e della necessità di mettere al centro del proprio lavoro un concetto di materia: “Il peso è quello che nasconde la propria storia, la propria moralità. Le cose diventano più vere”. Il ferro, il vetro, il carbone, abiti usati e bottiglie vuote sono i materiali, come nelle installazioni senza titolo di cui è composta la mostra. Un sacco di carbone è appeso e trafitto da un coltello come in un crocifisso di Cimabue, come una drammatica scena sacra e una memoria della materia e forse del lavoro necessario alla sua estrazione. Su una distesa di bottiglie vuote sono gettate delle giacche maschili usate, alludendo a un mondo di riferimenti esistenziali e letterari e anche compiendo una catalogazione del tempo e del suo passare. Installazione questa che ricorda quella della Biennale di Venezia di quest’anno, dove le giacche erano però schiacciate da pesanti travi di ferro. Il lavoro di Kounellis ribadisce una direzione e trova sempre degli elementi di rilancio del linguaggio usato: “Io cerco tra i frammenti, emozionali e formali, le deviazioni della storia…”
Lorenzo Taiuti
Galleria Continua
San Gimignano (SI)
ANISH KAPOOR – ‘Descension’
02/05/2015 – 05/09/2015
JANNIS KOUNELLIS – ‘Re di picche’
02/05/2015 – 05/09/2015
MICHELANGELO PISTOLETTO – ‘Prima dello Specchio’
02/05/2015 – 05/09/2015