Passeggiando per le vie di Bologna, può capitare di imbattersi in luoghi abbandonati. Si alza lo sguardo, un’occhiata veloce, poi si riprende il cammino. Pensate invece se un giorno, in uno di questi luoghi, trovaste un box di plastica incastonato nel muro con un QRcode nel coperchio, lo aprite e all’interno trovate un cavo USB. Casualmente avete nello zaino un laptop e lo collegate al cavo e… incredibile, c’è musica! Vi fermate ad ascoltare il brano; da quel momento in poi non guarderete più quel luogo con gli stessi occhi. Questo cavo infatti, è collegato ad una chiavetta USB contenente un brano specifico che un artista ha creato appositamente per quell’edificio dimenticato e che si può scaricare solo lì, proprio dove avete trovato il box contenente la chiavetta.
Questo è il processo artistico che rende unico JuKey (o JuK), il progetto musicale ideato da UrbanResistDance, collettivo di attivismo musicale urbano, inaugurato a Bologna in concomitanza di Arte Fiera e in collabarazione con CHEAP, festival di streetposter art.
Il lavoro è ispirato al movimento newyorkese Dead Drops, network di file-sharing peer to peer in spazi pubblici ideato da Aram Bartholl, che colloca chiavette USB contenenti file tra le vie della “grande mela” e al progetto QRadio, lavoro di Street art interattiva dell’artista berlinese Sweza che attraverso dei QRcode permette ai passanti di Berlino di ascoltare musica. JuKey incorpora queste due esperienze artistiche e le personalizza. Il titolo del progetto sintetizza l’idea di trasformare Bologna in un jukebox grazie ai JuKey–box, distributori di musica per mezzo di chiavette USB (key). Il brano custodito in ogni JuKey–box, si può scaricare sia attraverso un QRcode, per avere la versione in mp3 e la mappa dei Key-Point, che attraverso il cavo USB, che oltre al brano in alta qualità da’ accesso anche ad altri contenuti: tracce separate per eventuali remix e grafiche. Il concept alla base del lavoro è quello di ribaltare la “comodità” della musica digitale, sempre a portata di device e rete, in nome dell’esperienza fisica, la stessa, che ha permesso a questi brani di venire alla luce.
Come arrivare a queste chiavette? È qui che la collaborazione con il festival CHEAP diventa fondamentale, in quanto sono stati appesi dei poster nelle bacheche del centro della città (via Irnerio, via Zamboni e via D’Azeglio) e in alcuni di questi c’è la scritta: “CHEAP IS______”. Questa scritta è stata completata da UrbanResistDance con un QRcode che rimanda al link con la mappa dei Key-Point dove sono installate 4 chiavette USB, contenenti i brani di altrettanti musicisti (ParaNinfo, Materassootto, Druma, nero.txt). Tramite questa mappa, si ha anche la possibilità di ascoltare gli estratti musicali dei brani posizionati nei vari luoghi. Ma solo andando nel JuKey-box si può accedere al brano completo e attraverso il cavo, oltre che ascoltare e scaricare la traccia, si può accedere anche ad una cartella contenente le tracce strutturali del pezzo, utili per comporre eventuali remix, che in un secondo momento potranno essere a loro volta inseriti all’interno della chiavetta per essere condivisi.
Questo progetto ricorda un’altra operazione artistica del 2013 di cui avevamo parlato, Serenade in Rome di Salvatore Iaconesi: una sinfonia disseminata tra le vie di Roma, udibile solamente raggiungendo i luoghi selezionati dall’artista. Diversamente da JuKey però, la durata del progetto era limitata a pochi mesi e per ascoltare i brani si doveva necessariamente scaricare un’App. Il progetto bolognese invece mette fisicamente la musica nel luogo e non ha scadenza, punta infatti ad ampliare al più presto la lista dei luoghi in cui recarsi per ascoltare e scaricare i brani.
Vivere il luogo, denunciarne l’abbandono ed evidenziarne le potenzialità sociali. Questo è JuKey, un progetto “social” nel senso di “socialmente utile”, che UrbanResistDance tenta di concretizzare attraverso la musica e il ballo, considerato dal collettivo un potente mezzo per stimolare confronto ed evoluzione sociale. Per questo motivo le tracce del progetto sono accomunate da un mood circoscritto nell’atmosfera ballo/ritmo.
Luogo e musica parlano l’uno all’altra, interagendo e ingigantendo ogni cosa, più di ogni altro testo o immagine. Il valore di questo progetto può essere riscontrato soltanto entrando in contatto con questi due elementi, nella consapevolezza e nell’esperienza fisica che ci parla. Perciò, la prossima volta che passate per Bologna, laptop o smartphone a portata di mano e buon ascolto.
Sara Cucchiarini
More info: http://urbanresistdance.org/jukey/