Il decimo e ultimo numero di Journal d’un Glouglou di Frédéric Glon, Atelier 1867, presentato in anteprima al festival Rebel Rebel#2 al FRAC di Marsiglia. Un graphic novel che unisce fantasy e critica sociale percorrendo un viaggio in un mondo solo apparentemente lontano.
Glouglou è un piccolo mammifero a prima vista appartenente alla famiglia degli Alcidi, caratterizzato da un’assenza totale di bocca, ano, parti genitali, unghie, dita, olfatto e udito, le cui sensazioni alle aggressioni esterne sono ancora sconosciute. Della taglia di una gazza marina, possiede però ali ben più corte che non gli permettono né di volare, né di nuotare. Ciò nonostante sembrerebbe che, trasportato da un istinto indefinibile, si diverta a fingere di avere la vita normale di tutti i mammiferi. È certo che il Glouglou ha sviluppato un acuto senso della commedia, senza aver tuttavia ben chiaro alla coscienza di recitare.
Cosi è definito l’eroe del graphic novel Journal d’un Glouglou, un progetto che mescola un disegno pulito, una narrazione “à tiroir” e un gusto dell’assurdo che veicola una pungente critica sociale.
Interamente realizzato attraverso la tecnica xilografica, Journal d’un Glouglou si iscrive nel solco della tradizione dell’Espressionismo tedesco. Luci crude e ampie masse nere tracciano i contorni di questo mondo onirico. Le qualità fisiche storpiate dell’eroe sono tradotte graficamente da un disegno rugoso e semplificato, dettato dalla manovrabilità ristretta della sgorbia. Ma laddove la critica veicolata dalle incisioni dell’Espressionismo tedesco dell’inizio del secolo scorso rifletteva con drammaticità la realtà sociale della guerra, Journal d’un Glouglou affronta le tematiche maggiori della nostra epoca con ironia e humour-noir.
Personaggio fantastico, il Glouglou si trova per via di giochi politici alla guida dei 1500 Distretti, un paese immaginario popolato da pinguini, in cui il lettore avvertito potrà facilmente scorgere i tratti caratteristici della società umana. Dei 1500 Distretti, il Glouglou non conosce, non sente e non comprende nulla. Sarà tuttavia eletto democraticamente ed entrerà nel suo nuovo incarico di dirigente senza aver la minima conoscenza delle sfide politiche, economiche e ambientali che dovrà affrontare, fino a rendersi conto che la situazione gli sfugge completamente.
Penalizzato dalla “cecità” che conosciamo, Glouglou si accontenta di obbedire senza discussione ai misteriosi post-it che trova appiccicati ogni mattina nel suo ufficio. L’eroe appare come un “uomo di paglia”, alla mercé di un regime che si scopre autocratico e che non esita a utilizzare la propaganda mediatica per costruire l’immagine del proprio capo di stato. Scopriamo allora che il Glouglou è il dirigente di un paese isolato dal resto del mondo da una muraglia che corre lungo tutto il confine, eretta per ragioni di sicurezza dagli altri paesi del pianeta in seguito a un incidente nucleare accaduto cento anni prima sul suo territorio. Invitato da alleati storici, Glouglou diventa l’ambasciatore della reintegrazione del suo paese. Durante un viaggio diplomatico capisce che il prezzo da pagare per abbattere il muro è l’uso della bomba atomica, di cui i 1500 Distretti sono i soli possessori.
Di fronte a una scelta importante e rischiosa, chiamato ad agire in un mondo reale dove la responsabilità di ogni azione resta insita nelle conseguenze che provoca, l’eroe si carica allora di una dimensione umana che lo porta a disobbedire e a rigettare il suo ruolo da “fantoccio” .
Disinteressato e irreverente, questo zine smaschera i meccanismi del potere, spingendo sino al ridicolo il culto del capo di stato. Infatti, secondo gli organi di stato, l’eroe rilascia interviste e interviene pubblicamente, allorché la sua narrazione in prima persona ci rivela essere completamente sordomuto. Le vicende descritte dagli articoli di propaganda, redatti con uno stile volutamente artificioso, si sovrappongono senza coincidere alle memorie intime e sincere del Glouglou: un eroe chiamato a confrontarsi con se stesso nel medesimo tempo in cui scopre le menzogne del governo autocratico che dirige.
Un graphic novel pieno di colpi di scena, in cui un personaggio dalle capacità fisiche apparentemente limitate si rivela un incomparabile osservatore delle incertezze del nostro tempo.
In un periodo storico come questo in cui Kim Jong-un fa aleggiare l’oscuro timore della guerra nucleare, Donald Trump minaccia di costruire un muro di separazione lungo tutto il confine Messicano, questo fanzine auto-editato appare di un attualità sconcertante.
Giada Connestari