Al Guggenheim Museum Bilbao è in corso, fino al 1 novembre 2015, la mostra Jean-Michel Basquiat: Now’s The Time, che espone un centinaio di dipinti e disegni di grandi dimensioni, provenienti da collezioni pubbliche e private di Stati Uniti ed Europa. Il progetto, a cura di Dieter Buchhart e Álvaro Rodríguez Fominaya, è organizzato dalla Art Gallery of Ontario, in collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao.
Come ben sappiamo, nonostante la sua carriera artistica – che, nella puntata specifica di Street Art Pills, abbiamo contestualizzato nella scena newyorkese del Post-Graffitismo – sia stata interrotta dalla morte a soli 27 anni, di Jean-Michel Basquiat (1960-1988) sono rimaste opere potenti che indagano, attraverso il linguaggio della strada, temi come la politica e le questioni sociali, su tutte quella del razzismo.
La mostra è divisa in otto sezioni. Le prime due “Street as Studio” e “Heroes and Saints” affrontano i primi lavori, a partire dal debutto di Basquiat all’età di 17 anni, quando, con lo pseudonimo di SAMO, insieme all’amico Al Diaz scriveva messaggi provocatori sui muri di New York. Nato da padre haitiano e da madre statunitense di origini portoricane, cominciò poi a rappresentare gli uomini di colore come fossero re o addirittura santi, utilizzando la corona come motivo ricorrente, ma di significato variabile: da aureola a corona di spine (vedi Untitled, 1982).
La mostra prosegue con le sezioni “Reclaiming Histories” e “Mirroring”. La prima affronta il già citato problema del razzismo, collegando i temi storici della schiavitù e del colonialismo a problemi più attuali come il comportamento brutale della polizia contro la razza nera. Nella seconda è evidente come Basquiat si identifichi profondamente con gli individui rappresentati nelle proprie opere.
Passando per la sezione “Dualities and Double Identities”, dove l’artista mette in relazione ambigua individui e oggetti con lo scopo di creare tensione e alterare la percezione (vedi Dark Milk, 1986), si arriva a “Playing the Trickster: Cartoons and Provocations”.Qui Basquiat, che si serve di personaggi che agiscono come se fossero divinità in possesso di conoscenze misteriose, infrangendo regole e convenzioni, ripropone dunque il mezzo del fumetto a fini sovversivi (vedi Man from Naples, 1982 e Exu, 1988).
Nella sezione “Basquiat and Warhol: The Odd Couple of the Art World”, è invece esposta una selezione di opere prodotte da Jean-Michel Basquiat in collaborazione con Andy Warhol, Francesco Clemente, Keith Haring e Kenny Scharf, sull’onda del profondo coinvolgimento nella scena culturale della New York degli anni ’80. Basquiat in particolare trovò in Warhol un consigliere fidato, a sua volta ispirato dall’energia creativa del primo (vedi Win $ 1’000’000, 1984).
La mostra si chiude con “Sampling and Scratching: Music, Words, and Collage”, dedicata a Charlie Parker e Martin Luther King, a dimostrazione che la musica esercitò una profonda influenza sull’artista (vedi Eroica, 1987).
Jean-Michel Basquiat: Now’s the Time
3 luglio – 1 novembre 2015
Guggenheim Museum Bilbao, Bilbao (Spagna)