Maurits Cornelis Escher approda a Milano: a Palazzo Reale esposte opere che raccontano la storia e il percorso dell’artista riconosciuto come tra le figure più influenti del 900
Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è certamente una figura rilevante sia per il mondo dell’arte internazionale, sia per il grande pubblico. Le opere e la storia artistica del misterioso genio olandese sono, nell’immaginario collettivo, strettamente connesse a illustrazioni scientifiche rigorosamente analitiche ma dal retrogusto magico.
Artista poliedrico e contemporaneo ante litteram, Escher non individua nel solo mondo dei numeri, della geometria e della matematica la chiave di lettura per comprendere il proprio universo creativo, ma attinge a diversi linguaggi, fondendoli e trasformandoli in un’ottica che identifica le visioni personali in maniera del tutto originale rispetto al panorama dell’arte di tutti i tempi.
L’arte di Escher emoziona, travolge, si lascia rincorrere dalle nuove tecnologie anticipandone l’estetica, è sempre attuale e psichedelica nonostante siano passati più di quarant’anni dalla sua scomparsa.
La mostra di Milano è un omaggio al grande artista visionario ma è soprattutto un modo nuovo per il pubblico di percepire il suo percorso attraverso l’osservazione e l’interazione con le opere. Divisa in 6 sezioni, ogni sala affronta un determinato periodo storico permettendoci di approfondire il percorso stilistico di Escher a partire dall’influenza Liberty dei primi anni, sino ad arrivare ai famosi paradossi geometrici.
Escher amava l’Italia, nonostante il suo primo impatto col nostro paese non fu particolarmente felice. Negli anni però rimase affascinato dalla nostra penisola stabilendosi a Roma nel 1923. Fu qui che, affascinato dall’architettura medievale presente nei borghi della capitale, venne in contatto con l’ambiente artistico italiano stringendo amicizie proficue che lo portarono ad approfondire alcuni linguaggi: l’influenza divisionista fu decisiva nelle opere grafiche di quel periodo. La prima sezione della mostra è dedicata proprio a questa tipologia di opere.
Nella seconda sezione troviamo la meticolosità del suo studio per le decorazioni moresche, nella terza sono le superfici riflettenti e la struttura dello spazio ad affascinare l’artista: il concetto dell’io al centro del mondo, della contrapposizione tra ciò che è reale e ciò che non lo è trova concretezza in Mano con sfera riflettente (1935) in cui è la mano dell’artista che sorregge una sfera riflettente a diventare il medium attraverso cui è possibile vedersi al di fuori di sé.
La Metamorfosiè uno dei capolavori assoluti di Escher nonché il nome della quarta sezione dell’esposizione: l’opera mostra una serie di trasformazioni di immagini basate su tassellature quasi opprimenti che non lasciano spazi vuoti sul piano, in cui i soggetti si trasformano assumendo nuove forme e nuovi significati.
La quinta sessione è dedicata aiparadossi geometrici: la matematica e la geometria attirano Escher, così come sono attirate dalla sua arte. Il confine tra arte e scienza è molto sottile in opere come Galleria di stampe (1956) detta anche Effetto Droste, in cui siamo costantemente rinviati all’interno e all’esterno della galleria di immagini che il giovane soggetto ritratto osserva, in una specie di moto perpetuo dei piani che non ha né inizio né fine.
Dulcis in fundo, Eschermania, sezione che racconta attraverso una serie di lavori di artisti, musicisti, grafici e registi attuali l’influenza che l’artista continua ad avere nell’arte contemporanea.
La concretezza e il rigore delle linee delle immagini di Escher si fondono armonicamente con la nostra immaginazione superando i limiti spazio-tempo. “Lo stupore è il sale della terra” amava affermare e bisogna ammettere che mentre ci sentiamo vivi e incantati di fronte alle sue opere, non aveva tutti i torti.
Flavia Annechini
Escher
A cura di Marco Bussagli/ Federico Giudiceandrea Palazzo Reale, Piazza Duomo 12, Milano
Dal 24 giugno 2016 al 22 gennaio 2017
Lun 14.30-19.30