Installazioni felicemente integrate nel paesaggio, suggestioni culinarie, conversazioni inattese tra passato e presente, progetti disseminati tra silenziosi cortili e antiche dimore campestri: questo e molto di più è stata la decima edizione di Studi Aperti, rassegna che ogni anno per un week-end trasforma il piccolo borgo piemontese di Ameno, situato sulle colline sopra il lago d’Orta, in un atelier diffuso, catalizzatore di sguardi e azioni che abbracciano molteplici ambiti: dall’architettura alla musica, dalle arti visive alla letteratura. Avviata nel 2005 dall’Associazione Culturale Asilo Bianco, guidata dall’artista Enrica Borghi, l’iniziativa è cresciuta negli anni, diventando un vero e proprio festival dal taglio multidisciplinare, reso speciale soprattutto dall’imprescindibile dialogo con il territorio circostante, quel “Cuore Verde tra due laghi” – il lago d’Orta e il Maggiore – così peculiare dal punto di vista storico e geografico.
Confrontandosi con un tema molto in auge ultimamente (e guardando in parte anche all’Expo 2015), quest’anno Studi Aperti ha voluto puntare lo sguardo sui plurimi legami, reali e metaforici, tra il cibo e i campi dell’arte, dell’architettura, del design e della fotografia.
Food Connection, questo appunto il titolo dell’edizione 2014, svoltasi dal 4 al 6 luglio scorsi, ha visto artisti e creativi misurarsi in particolar modo con i concetti di sostenibilità e socialità che attraversano il tema dell’alimentazione.
C’è stato chi ha voluto riflettere sulla caducità del cibo e parallelamente della vita, come il torinese Antonio La Grotta che, nell’installazione Buon Compleanno, ha radunato 1000 margherite fatte di ostia e zucchero e 33 fotografie raffiguranti i numeri solitamente usati per le torte di compleanno, dando luogo a un’opera tanto nitida quanto oscura; chi ha scelto di approfondire la genesi di una ricetta, come l’artista turca Seçil Yaylali, che ha raccontato la nascita di una specialità culinaria ampiamente apprezzata come il croissant, dall’origine antica ma sconosciuta a molti; c’è chi ha portato l’attenzione sul momento della condivisione dei pasti, routine che accomuna tutti, ma che spesso si tramuta in un rituale segnato da fragili equilibri, ben esemplificato dall’installazione Invasione dell’artista Claudia Maina, composta da una piramide di bicchieri di vetro e da quattro sedie disposte in circolo; chi ha giocato con il ricco bagaglio iconico e simbolico legato al tema, come il grafico torinese Elyron e il team del magazine di illustrazione Nurant, che insieme hanno proposto l’happening grafico Spaghetti al *;
chi, ancora, ha inteso stimolare la convivialità, come lo svizzero Adrian Hössli, che si è servito di vecchi oggetti e arnesi appartenenti al mondo agricolo e campestre per allestire nello splendido parco del suo “rifugio artistico”, Villa Pastori, una scenografico sfondo per genuine merende all’aperto.
Particolare interesse hanno destato anche i progetti della sezione Paesaggi Mirati, con la loro identità in bilico tra architettura, design e natura. Come la lunga Tavola allegorica in cartone riciclato – stoviglie e pietanze comprese – che accoglieva i visitatori nel cortile del Museo Tornielli (hot-spot della rassegna), ideata dagli architetti Nicoletta Savioni e Giovanni Rivolta dello studio A4Adesign; o come il progetto ludico-educativo Centotrenta, installato nel parco giochi di Ameno e concepito dagli architetti Laura Crespi e Corinne Gallotti, che hanno voluto suggerire una corrispondenza fra la crescita di un bambino e quella di una pianta.
Vale la pena, inoltre, soffermarsi a conoscere la storia del progetto vitivinicolo intrapreso da Alberto Alessi, responsabile del celebre marchio di design, e da Laura Pessina, dal titolo evocativo La Signora Eugenia e il passero solitario. Un suggestivo allestimento nella sala principale del Museo Tornielli (visitabile fino al 24 agosto), con progetto grafico del designer spagnolo Martí Guixé, racconta il recupero di un’antica tenuta agricola sul lago d’Orta, abbandonata per tanto tempo e ora rinata grazie a un attento intervento di riqualificazione che rispetta l’ecosistema e abbraccia l’impostazione biodinamica.
Menzione a parte va fatta per la mostra Il piacere di collezionare, a cura di Gilbert Perlein, inaugurata proprio nell’ambito di Studi Aperti. La Fondazione Calderara di Vacciago, a pochi passi da Ameno, affascinante casa-studio del pittore astrattista Antonio Calderara, ospiterà fino al 5 ottobre un interessante corpus di opere donate al Museo MAMAC di Nizza dal collezionista Khalil Nahoul, tra cui spiccano nomi come Pierre Soulages, Hans Hartung, Francis Bacon, Ernest Pignon-Ernest e Joan Mirò. L’esito è un dialogo speciale tra due grandi collezioni: tra i lavori provenienti dal MAMAC e la preziosa raccolta della fondazione, che contempla opere di artisti del calibro di Piero Manzoni, Lucio Fontana, Yves Klein e Victor Vasarely, solo per citarne alcuni.
Testimoniando una maggiore attenzione verso la qualità dei progetti proposti e un sempre più solido legame con il territorio, la decima edizione di Studi Aperti ha reso Ameno un luogo saturo di fermenti creativi, meta di indubbio interesse per un weekend all’insegna dell’arte e della natura.
Francesca Cogoni
Studi Aperti – FOOD CONNECTION
Tre giorni ad Ameno tra cibo, artisti, architettura e paesaggio
Associazione Asilo Bianco
www.asilobianco.it
Dal 04 luglio 2014 al 06 luglio 2014
Il piacere di collezionare
Fondazione Calderara, Vacciago
In collaborazione con il Museo Mamac di Nizza
Dal 5 luglio al 5 ottobre