Hypothesis è il titolo della mostra dell’artista francese Philippe Parreno (Orano, Algeria, 1964), l’ultima a vedere Andrea Lissoni come curatore degli spazi industriali dell’Hangar Bicocca. Hypothesis perché è un’ipotesi di un’antologica in cui mostre precedenti, in particolare H{N)Y P N(Y}OSIS a Park Avenue Armory di New York (2015), sono usate come laboratorio di sperimentazione.
È un’ipotesi perché mette in discussione il concetto stesso di progetto espositivo, interrogandone le convenzioni e sovvertendone i codici. Hypothesis perché è una narrazione aperta, non definita all’interno di uno spazio e i cui confini dipendono dal tempo, all’interno del quale si alternano eventi diversi. Il pubblico ha così un’esperienza mutevole e fluida sia delle opere, sia dello spazio espositivo.
Più che una mostra quindi è un grande dispositivo temporale scandito da musica, luce e immagini in movimento, in cui opere del passato assumono una forma nuova, mettendo in discussione il concetto di autorialità. Ad esempio il video The Crowd (2015), esposto precedentemente a New York, è presentato ora con un nuovo montaggio e una nuova colonna sonora.
Anche l’installazione site-specific Danny the street (2015) nasce da una mostra precedente. L’opera è costituita da diciannove Marquee, delle quali la prima è stata realizzata nel 2006 per l’ingresso della galleria Eshter Schipper di Berlino. Le Marquee sono le insegne luminose collocate negli anni ’50 all’esterno dei cinema a scopo promozionale che, tolte qui dal loro contesto, perdono la loro funzione, diventando un segnale vuoto che rimanda a se stesso e suggerendo la possibilità di un evento futuro. Un altro omaggio al cinema è uno dei video presenti nella mostra: Marilyn (2012), un ritratto “fantasma” dell’attrice Marilyn Monroe nella suite dell’hotel Astoria di NYC, in cui evidenzia il meccanismo illusorio della settima arte.
Parreno ci ricorda che ogni mostra accade in un tempo preciso, in dialogo costante con ciò che accade prima e dopo, sia all’interno dello spazio espositivo sia lungo l’intera carriera dell’artista. In questo senso è emblematico che Hypothesis si apra con i props (materiali di scena) di Jasper Johns per la performance Walkaround Time (1968) di Merce Cunningham, in cui sono riprodotte le immagini tratte da La sposa messa a nudo dai suoi scapoli, anche (Il Grande Vetro) (1915-1923) di Marcel Duchamp.
La modalità operativa che vede l’interazione tra artisti con competenze diverse e il dialogo costante tra danza, musica e arte all’interno dell’azione scenica, è molto vicina a quella di Parreno, che fa della collaborazione con altri artisti una pratica costante, come in quest’occasione presso Hangar Bicocca. Parreno concepisce infatti la partitura della colonna sonora della mostra assieme a Nicolas Becker; due pianoforti Disklavier, che determinano la sequenza temporale di tutta l’esposizione, sembrano suonare da soli un’esecuzione del pianista Mikhail Rudy; il video Anywhere out of the Word (2000) fa parte di No ghost just a shell, un progetto di Pierre Huyghe che ha come protagonista un personaggio manga libero da copyright; con Liam Gillick Parreno realizza l’opera Another day with another sun (2014), in cui una luce artificiale – un sole altro che si sposta da est a ovest– attraversa lo spazio espositivo con binari sospesi, proiettando ombre attorno a sé che ridefiniscono l’architettura.
Non solo lo spazio, ma anche le immagini sono in costante divenire, senza un inizio o una fine, in grado di favorire associazioni molteplici e non definibili a priori. Come afferma l’artista: Oggi non esistono più belle immagini, ma piuttosto catene di immagini. […] Con “catena” intendo una struttura dinamica che produce forme; pre-produzione, produzione, post-produzione: queste istanze narrative dipendono l’una dall’altra.
Eleonora Roaro
Hypothesis
Philippe Parreno
dal 22.10.2015 al 14.02.2016
Hangar Bicocca, Milano
Mercoledì 27 gennaio alle ore 21.00, Pirelli HangarBicocca presenta Philippe Parreno’s Playlist, un evento musicale all’interno della mostra “Hypothesis” di Philippe Parreno, a cura di Andrea Lissoni: Mikhail Rudy, pianista di fama internazionale, suonerà un piano a lunga coda posto all’interno dello spazio della mostra, attivando l’intero insieme delle Marquees al ritmo di una selezione di brani musicali scelti insieme a Philippe Parreno.
Ingresso libero fino a esaurimento posti. Tutte le informazioni su: http://