Le opere di Giuliana Cunéaz, esposte al Castello Gamba di Chatillon, donandoci magiche lenti di contatto con il diverso per attraversare schermi di ibridazione fra mondi creduti incompatibili, sono un affascinante viaggio alla scoperta di una materia interconnessa in grado di trasformare la nostra percezione del reale.
Gli screen painting, presenti nella prima sala e frutto di una tecnica transmediale elaborata dall’artista che associa animazione 3D di immagini nanomolecolari e pittura acrilica su schermi al plasma, agiscono da superfici di interconnessione fra le molteplici dimensioni di una materia ibrida, generando contaminazioni plurime di ambiti prima distinti: 3D e 2D, micro e macro, arte e scienza, naturale e artificiale. In Spores and pollens grains, a riproduzioni scientifiche di forme vegetali microscopiche vengono sovrapposti disegni incisi sulla pellicola schematica come esito di una risalita bidimensionale di immagini animate e profonde. La combinazione di arte, scienza e tecnica digitale produce paesaggi spurii dove microcosmi biologici mostrano sorprendenti affinità con il mondo naturale “macro” e le sue trasposizioni artistiche, fornendo una prova ulteriore delle interconnessioni di una materia multipla e complessa che solo una cooperazione interdisciplinare sembra in grado di cogliere, fornendoci di volta in volta lenti nuove per nuove visioni.
In The God Particle, la simulazione dell’esplosione che genera la particella elementare del tutto, cattura quell’arcano legame fra mondi nel divenire incessante di una materia unitaria e al contempo differenziata. Le forme si cristallizzano in superficie per poi ricadere nell’abisso metamorfico della materia da cui scaturire di nuovo, in quella perenne oscillazione tra essere e divenire che ne ritma l’esistere. Così l’immagine animata si spegne schiacciandosi sullo schermo nel segno bidimensionale che poi si disgrega per stratificarsi in nuovi universi profondi, come documentano i disegni preparatori dei video tridimensionali esposti al termine del percorso espositivo, rispecchiando la dinamica ciclica senza fine né inizio che scandisce il divenire di questa materiainterconnessa che tutto permea.
La videoinstallazione 3D Zone fuori controllo è visibile con occhiali appositi all’interno di una struttura a dodecaedro che incarna il potere connettivo dell’arte: il fruitore entra nell’opera, la produzione virtuale di catastrofi naturali diviene esperienza percettiva reale, presente concreto e futuro ipotetico, naturale e artificiale, interno ed esterno, umano e non, io e altro si toccano per un attimo, vedendosi uniti grazie alle lenti magiche dell’arte.
Lo schermo si sfonda e una natura fluida e polimorfica ci travolge infrangendo ogni pretesa di dominio dell’uomo, che si scopre una delle infinite forme fragili immerse, come gli iceberg del video, in una materia fuori controllo che le inghiotte, ricombinandole in altre inimmaginabili figure in cui riconoscersi. Come nella macrobambola all’ingresso, le sembianze umane mutano fino a dissolversi in un misterioso ibrido biomorfo, prima così lontano e ora così vicino.
Martina Piumatti
Au coeur de la matière
15 febbraio – 5 ottobre 2014
Castello Gamba, Chatillon