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La fuga di Anna

Home Sweet Home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita (particolare), 2014, ferro saldato, 180x250x250 cm. Foto di Anna Turina
Home Sweet Home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita (particolare), 2014, ferro saldato, 180x250x250 cm. Foto di Anna Turina

Casa dolce casa. Ad Hänsel e Gretel questo aforisma non sarebbe affatto piaciuto. E meno ancora la nuova versione della loro disavventura scritta da Anna Turina, con Gretel famelica che, dopo aver cotto la strega nel forno, se la pappa assieme a tutto il mobilio di marzapane, ingrassando a tal punto da non riuscir più a scappare dalla casetta nel bosco. Ma le fiabe, si sa, sono sempre un po’ cattivelle. Da qui muove questa nuova personale al Circoloquadro di Milano di Anna Turina, scrittrice per passione e scultrice di mestiere, che ha per tema la casa, per definizione nido familiare e sicuro, che però talvolta può anche diventare un ambiente chiuso e pericoloso. Spesso è così nelle fiabe (che d’altronde sempre s’ispirano alla vita vera): basti pensare alla casa della nonna di Cappuccetto Rosso, a quella dei tre orsi o, per l’appunto, a quella in cui capitano Hänsel e Gretel, fatta di zucchero, ma abitata da una fattucchiera cannibale. In tal caso, è bene aver pronto un piano di fuga.

Home Sweet Home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita (particolare), 2014, ferro saldato, 180x250x250 cm.
Home Sweet Home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita (particolare), 2014, ferro saldato, 180x250x250 cm.

Anna ha messo in immagini questi pensieri in un’installazione in quattro atti di formato lillipuziano, visivamente fantasiosa e molto autobiografica, che organizza un piano d’evasione dalla casa/galleria. Si comincia con un’idea: una scaletta di ferro in miniatura appoggiata al telaio d’una finestra (preso dal suo studio). Poi una pausa, un dubbio: ci si ferma a riflettere su come sarebbero potuti finire male otto tentativi di fuga (come otto sono i fratelli Turina), riemersi da alcune storielle sentite da bambini dalla nonna, ritratti in altrettanti disegni che sembrano usciti da un libro per bambini. Poi, finalmente, il piano prende forma con un’ingegnosa passerella che s’arrampica sul muro della galleria fino a una finestrella aperta – sotto stanno ammucchiati i ruderi, numerati, di case passate (di altre fughe?). Si finisce con tre ultime casine appese alla parete come orologi a cucù, da cui penzolano le gambe di un uomo, una donna e un bambino, intitolate S.n.c.: ironica allegoria della famiglia come una “società in nome collettivo”.

S.n.c., 2014, ferro saldato, 20x12x15 cm
S.n.c., 2014, ferro saldato, 20x12x15 cm

Insomma: un mostra ben pensata, ben allestita e, soprattutto, sobria. Molti, alle prese con lo stesso tema, si sarebbero lanciati in lavori chiassosi e astrusamente concettuali, ma non Anna Turina, che preferisce la semplicità – e noi con lei – pur senza mai suonare banale. A parte il telaio della finestra, il resto è fatto tutto da lei, usando come base il laboratorio di carpenteria del padre per foggiare le sue sculture di metallo (fa anche animali di latta, cuori in fil di ferro ed elaborate micro-installazioni come la divertentissima Crisi d’identità di un coniglio contemporaneo, segnalata al Premio Celeste 2013).

Scale traditrici, 2014, china su carta, 30x30 cm
Scale traditrici, 2014, china su carta, 30×30 cm

Circoloquadro è un piccolo spazio dedicato al contemporaneo a pochi passi da viale Zara (un po’ fuorimano, ma facilmente raggiungibile con la metropolitana M3 e, ora, anche con la nuova M5). Attivo dal 2010, organizza mostre temporanee, corsi di formazione per curatori e artisti, lezioni di scrittura sull’arte e di storia dell’arte contemporanea.

Stefano Ferrari 

Anna Turina. Home Sweet Home. Così ospitale, quando decido che sono solo in visita
A cura di Ivan Quaroni
Fino al 7 novembre 2014
Circoloquadro, via Thaon di Revel 21, Milano

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