Documentare e informare su specifiche tematiche di attualità attraverso le immagini fotografiche. Con queste poche parole spesso si riassume il ruolo del fotoreporter e del foto documentarista, professioni strettamente legate al giornalismo sin dalla nascita e i cui confini oggi sono esplosi in direzioni molto più complesse della sola cronaca. Tra le tante strade che si possono percorrere con una macchina fotografica, quella del documentario spesso raggiunge risultati in grado di parlare alle coscienze: dal reportage di guerra, alle mille sfaccettature del reportage sociale, dal fotogiornalismo che segue le vicende politiche, a quello altrettanto complesso legato alle problematiche ambientali. La dichiarazione di approccio “oggettivo” che sta alla base del lavoro di molti autori, non sminuisce il discorso “politico” che ogni scatto comporta. Il Festival della Fotografia Etica di Lodi è tra le iniziative più interessanti dedicate proprio a questo aspetto. Duplice obiettivo del festival è infatti promuovere il lavoro dei fotografi che si occupano di tematiche sociali e aumentare la coscienza critica del pubblico, fornendo gli strumenti per capire il fotogiornalismo e il mondo di oggi. (…)
Martina Coletti
D’ARS year 54/nr 219/autumn-winter 2014 (abstract dell’articolo in italiano)
Somebody who documents and informs us about specific current issues via photographic images. These few words are often used to summarize the role of the photojournalist and the photo documentarian; two closely linked professions that were originally related to journalism, but whose boundaries have recently exploded in various, more complex directions. Out of all the possible ways one could utilize a camera, the documentary often achieves results that are able to communicate with the conscience: from war coverage, to the many faceted social reportage; from photojournalism that follows political events, to the equally complex environmental issues. The ‘objective’ approach taken by many photographers does not detract from the “political” dialogue implied by each shot. The Festival of Ethical Photography of Lodi is one of the most interesting initiatives that deal with precisely this dichotomy. The festival’s dual aim is, in fact, to promote the work of photographers who deal with social issues and to simultaneously increase the public’s critical awareness, providing us with the tools to understand photojournalism and the modern world. (…)
Martina Coletti
D’ARS year 54/nr 219/autumn-winter 2014 (abstract dell’articolo in inglese)
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