Siamo pronti per partire alla volta di Foligno, città nel cuore dell’Umbria, nota per essere “il centro del mondo” (lu centru de lu munnu) – non è uno scherzo, ci sono le prove! – e che per questo weekend cambia veste e diventa “il centro della musica elettronica”
Nelle giornate del 3-4-5 luglio infatti, Foligno ospita la decima edizione del festival internazionale di musica e cultura elettronica: Dancity. Il fil rouge che unisce tutte le edizioni del festival è la ricerca di un equilibrio tra musica sperimentale da ascolto e musica elettronica pensata per la dancehall. Equilibrio che in tutte le edizioni, è stato sempre rispettato, grazie alla cura e alla qualità della selezione musicale proposta.
Il festival apre le porte venerdì 3 luglio a Palazzo Trinci , dimora tardogotica del ‘300 con il downtempo di Gigi Masin e le sue suggestive sonorità oniriche, seguite sulla stessa linea musicale dai Tempelhof, che al sonoro aggiungono un’interessante parte visual curata da Sorry Boy. Si prosegue con il live act ibrido – acustico ed elettonico – dei Vessels: batteria acustica, basso, chitarra, synth, in uno show trascinante di pura energia.
All’Auditorium S. Domenico, suggestiva chiesa sconsacrata del ‘200, assolutamente da non perdere, la performance audio-video dei Cabaret Voltaire. Gruppo britannico cult dell’elettronica sperimentale d’avanguardia, presentano al Dancity uno spettacolo con materiale nuovo, questo per dimostrare la loro voglia di mettersi in gioco, nonostante i 40 anni di storia musicale alle spalle. In seconda serata ci spostiamo al club Serendipity, dove i particolari e raffinati impasti sonori di Lena Willinkes lasciano il posto alla techno old school di Lory D. La serata prosegue con le sonorità più minimal ed ambient di Petit Singe e si chiude con Object, che presenta un repertorio analogico composto da mix elaborati di breakbeat, bassi profondi e sonorità ambient.
Sabato 4 luglio la programmazione si intensifica. Iniziamo da Palazzo Trinci, dove segnaliamo il particolare live dei Cabaret Contemporain. Il gruppo attraverso gli strumenti tradizionali (chitarra contrabbasso, batteria acustica), cerca di sviluppare un linguaggio musicale capace di riprodurre sonorità tipiche della musica elettronica suonata live con gli strumenti. Sempre a Palazzo Trinci un’altra formazione interessante: gli Underground Resistance. Il gruppo parte dal concetto di “timeline”, la linea temporale che unisce gli attuali generi di elettronica, al jazz e al funky (lì dove tutto ha inizio). Da questo incipit nei loro live sovrappongono i due universi musicali in un unico linguaggio, che sicuramente verrà apprezzato anche dai più scettici.
All’Auditorium S. Domenico, doveroso sottolineare la presenza di un’artista che da qualche anno si dimostra leader nella sperimentazione elettronica contemporanea: Holly Herdon. La sua caratteristica compositiva risiede nell’arte del campionamento rivolto allo sviluppo di produzioni d’avanguardia. Con i Dewey Dell l’attenzione passa nel campo della performance: la giovane compagnìa di danza cesenate sperimenta nuovi linguaggi artistici attraverso l’unione di musica, scena, gesto e travestimento.
https://www.youtube.com/watch?v=69Fjoo9Rkx4
Al Serendipity dense e raffinate texture vengono proposte dai Voice of the Lake, attraverso un immaginario sonoro che sa essere cristallino e perturbante allo stesso tempo. Morkleba sulla stessa linea si sposta più sul concettuale con voci, rumori e glitch, in un viaggio sonoro misterioso e rarefatto. Per un repertorio più strong, Powel propone un repertorio industrial, EBM e postpunk, attraverso l’ausilio di sintetizzatori ed FX, crea un susseguirsi di groove decisamente aggressivi. Rallentiamo il metronomo e passiamo al downtempo di Not Waving. Atmosfere oniriche poggiate su linee di beatbox, il risultato è un cupo spettro di sonorità intervallate da inaspettati campionamenti reali. La serata si chiude con uno speciale dj set per festeggiare i 10 anni di Dancity.
Interessante chiusura domenica 5 luglio, nel cortile di una delle cantine di sagrantino – vitigno autoctono dell’Umbria – più importanti della regione: la Cantina scacciadiavoli. Il festival si chiude quindi in stile umbro, tra natura incontaminata, un bel bicchiere di vino e buona musica. Per questo appuntamento le sonorità saranno più calde e spensierate – tra il soul di Roy Ayers e il funky di Jolly Mare – per una serata senza pensieri in relax tra i vigneti… salute!
Per tutti gli altri appuntamenti, ecco il programma!
Sara Cucchiarini