A Lodi dal 24 al 27 ottobre si svolge il Festival della Fotografia Etica, quest’anno alla sua quarta edizione. Pensato sul modello dell’ormai venticinquenne Visa pour l’Image di Perpignan (Francia), il festival offre esposizioni di livello internazionale, dibattiti, conferenze oltre all’omonimo premio per la categoria Master e Junior. Il focus del festival è esplicitato dal titolo stesso: “fotografia etica”, in quanto ospita mostre i cui scatti indagano il valore della fotografia prevalentemente documentaristica nelle sue innumerevoli sfaccettature, dal sociale alla sensibilizzazione ecologica.
Ideato e diretto dal Gruppo Fotografico Progetto Immagine e coordinato da Aldo Mendichi e Alberto Prina, questo festival rappresenta un’eccezione nel panorama italiano, proprio grazie alla sua specializzazione. Una scelta a cui fa eco il successo dei fotogiornalisti documentaristi italiani, che negli ultimi anni si sono imposti sulla scena internazionale aggiudicandosi molti dei premi più prestigiosi.
Esposizione faro, incaricata di attirare un pubblico generico e quanto più ampio possibile, è quella del sudafricano Brent Stirton. Con i suoi colori saturi e lo stile spettacolare di National Geographic, la mostra The Violation Of Eden presenta un lavoro complesso sulla tratta degli animali in Africa. Dalle zanne degli elefanti al corno del rinoceronte, dall’allevamento dei leoni all’uccisione dei gorilla, la mostra fa luce sugli interessi economici che annientano il tentativo di proteggere lo straordinario patrimonio naturalistico africano: La Cina e la Città del Vaticano sono gli unici due stati non firmatari del trattato internazionale contro il commercio di avorio. La ragione sono gli interessi economici legati alla vendita di statuette religiose in tutto il mondo, spiega Stirton.
Grande successo anche per l’esposizione Fever. The Awakening of European Fascism dell’italiano Paolo Marchetti. Frutto di un approccio lento ed empatico, la ricerca di Paolo Marchetti sul risveglio del fascismo in Europa è durata circa cinque anni. Trattato con uno stile lucido, a volte analitico nella precisione con cui si sofferma sui dettagli, questo lavoro si apre a una riflessione molto più ampia su un sentimento che caratterizza la nostra epoca: la rabbia. Dati alla mano, il fenomeno è in grande crescita in tutta Europa e non è assolutamente un fenomeno passeggero racconta Paolo Marchetti. La recente rivoluzione Mediterranea, la cosiddetta “primavera araba”, ha fatto impennare esponenzialmente il numero di persone in fuga dai loro paesi e amplificato il germe della paura tra i più giovani in gran parte d’Europa. Un altro importante ruolo lo gioca la crescente crisi, soprattutto in Europa, fattore che sta costringendo l’individuo in un angolo e che soffia ossigeno sulla fiamma della rabbia.
Di uno stile più lirico ed evocativo è Amazonas, la terza “esposizione faro” del festival, del danese Mads Nissen. Amazonas è frutto di un viaggio di sei anni nella foresta pluviale, un incontro personale con la natura e le persone che vi abitano.
In mostra anche il lavoro Battle to death, Syria del pluripremiato Fabio Bucciarelli, vincitore del premio Word Press Award 2013. Il reportage, che nello stesso anno si è aggiudicato The Robert Capa Gold Medal Award, ci trasporta nell’epicentro della crisi siriana. Trasmette un senso di urgenza e azione, raccontando con forza straordinaria la lotta dei ribelli (FSA) contro l’esercito di Assad, ma ancor più il dolore e la tragedia umana che colpisce i civili.
Tra i libri presentati spicca MiRelLA, di Fausto Podavini, premiato durante l’edizione del Festival 2011 e vincitore del World Press Photo 2013 nella categoria Daily Life. Racconto intimo e profondo dell’amore di una donna davanti al lento declino del marito affetto dal morbo di Alzheimer. Attraverso scatti caratterizzati da delicatezza e umana partecipazione, Fausto Podavini ha colto i momenti di tenerezza, solitudine e forza di Mirella durante gli anni della malattia, commuovendo il pubblico anche grazie alla generosità della presentazione.
Infine va menzionata un’altra esposizione di levatura internazionale, Condemned – salute mentale nei paesi Africani in crisi di Robin Hammond, vincitore di quattro Amnesty International Awards for Human Rights Journalism e del premio W. Eugene Smith Memorial Fund 2013. Il reportage esplora il mondo dei disabili mentali nelle regioni dell’Africa in crisi. La crudezza delle immagini di donne, uomini e bambini rinchiusi in ospedali più simili a prigioni, ammanettati e abbandonati dai loro governi e dalle comunità di aiuto, comunicano allo spettatore la brutale ingiustizia perpetrata sui più deboli.
Altri spunti di riflessione sono offerti dalla sezione dedicata allo sguardo italiano sul mondo e alle ONG.
Il Festival della Fotografia Etica permette a un pubblico generico di esplorare il mondo del fotogiornalismo, troppo spesso identificato in Italia con le sole immagini pubblicate sulle riviste le quali, per mancanza di spazio e budget, non possono dare il giusto valore a lavori complessi e di ampio respiro come quelli presentati a Lodi. Giustissima anche la scelta di dedicare una sessione ai libri fotografici, un mercato ancora timido in Italia ma in piena espansione e innovazione in Francia, Germania e Inghilterra. Si conferma inoltre la capacità dei curatori di intercettare fotografi e lavori di qualità, rendendo questo evento un prezioso appuntamento anche per i professionisti.
Giada Connestari
Festival della Fotografia Etica
Lodi, 24-27 ottobre 2013