La “mia” musica, nasce dalla pratica, per me costante compagna, dell’improvvisazione intuitiva, ovvero improvvisazione totale, senza limiti di stile o di altro. L’ho praticata in vario modo, da quella radicale più vicina al linguaggio contemporaneo e quella “leggera, ispirata al piacere della comunicazione immediata. L’indulgere in questa ricerca di contatto attraverso le emozioni sonore mi ha regalato magnifici momenti di incontro con il pubblico. […]
Si presenta così Fabrizio Ottaviucci, compositore e noto interprete di musica contemporanea, estimatore di Giacinto Scelsi (1905- 1988) e John Cage (1912-1992), maestri con i quali condivide una grande “ossessione” per il timbro e le possibilità del suono tout court.
Ottaviucci sceglie la musica a nove anni, in assonanza al grande interesse di suo padre. Oggi può dire che questa scelta gli coincide perfettamente, in quanto considera il suono un mezzo che sintetizza ad un livello preconcettuale e preverbale, il linguaggio espressivo. Lunghi anni di studi e di preparazione, anni in cui il rapporto con i grandi maestri si rivela decisivo nel condizionare il suo percorso creativo (…).
Sara Cucchiarini
D’ARS anno 55/n. 221/autunno 2015 (incipit dell’articolo)
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