Cosa succede se i Conservatori di Napoli, Avellino, Benevento e Salerno si danno appuntamento al Museo MADRE di Napoli per un progetto artistico/musicale? C’è solo una risposta: ElectroMadre, un insieme di appuntamenti di musica elettronica all’interno del museo MADRE di Napoli, rivolti a “sonorizzare” attraverso una serie di performance musicali, le opere presenti al museo.
L’attenzione che questa città nutre nei confronti delle avanguardie musicali nasce da molto lontano. La Scuola musicale napoletana infatti si sviluppa dalla prima metà del Cinquecento e le produzioni musicali dei secoli successivi, vennero prese come modello di eccellenza dalla musica di tutto il mondo. Napoli oggi rinnova questo atteggiamento avanguardistico e scommette in questo esperimento di unione tra arte contemporanea musicale e figurativa. La selezione che i conservatori propongono al museo si compone di quattro appuntamenti domenicali, fissati in tarda mattinata dalle 11 alle 13.
Si parte il 16 novembre con un doppio appuntamento: Event loop, curato dal Maestro Elio Martusciello e Galileo, la luna e l’altre stelle…, curato dal Maestro Gaetano Panariello. Entrambe le opere sono collegate esteticamente dall’idea di tenere unito un insieme musicale eterongeneo, ma lo fanno in modi diversi: la prima attraverso lo spettatore, la seconda attraverso la scrittura musicale.
Nella prima opera il loop è elevato a vero e proprio pilastro estetico. Nella musica elettronica con il termine loop si definisce un campione musicale che si ripete in modo continuo e regolare. Da questo significato l’autore ne esalta l’aspetto fluido e ciclico e lo incorpora nei diversi progetti presentati contemporaneamente nelle diverse sale del museo (sala Luciano Fabro, sala Rebecca Horn, sala Jeff Koons, sala Anish Kapoor… ).
Ogni stanza perciò ospiterà una performance che si ripeterà in continuazione, senza pausa. Il continuum musicale all’interno di ogni spazio, farà in modo che ogni spettatore attraverso il suo passaggio tra un ambiente e l’altro crei un personale filo conduttore tra le varie situazioni sonore e artistiche incontrate nel museo. Un fil rouge, che collega una serie di spazi musicali ciclici.
La seconda performance è dedicata ai 450 anni dalla nascita di Galileo. L’opera si ispira ad una libera lettura del testo teatrale di Bertolt Brecht Vita di Galileo e al film di Georges Méliès del 1902 Viaggio sulla Luna. È divisa in due sezioni senza soluzione di continuità. Il materiale letterario viene commentato, sonorizzato e interpretato in stili e tecniche differenti da diversi interpreti. In questo big bang creativo le uniche leggi “universali” che regolano la materia artistica sprigionata dagli esecutori, sono le cellule melodiche, ritmiche e timbriche musicali. Un universo creativo sorprendente, tenuto insieme dalle leggi della dea musica…E pur si muove!
Domenica 23 novembre è la volta della performance: ACUS(ma)TICO a cura del.Maestro Giancarlo Turaccio e del Maestro Silvia Lanzalone. Il titolo fa riferimento alla parola “acusmatica”, termine che descrive la situazione in cui una fonte sonora è nascosta, quindi non visibile all’interlocutore. Ha origini antiche, risale infatti a Pitagora e alla sua abitudine di tenere le lezioni nascosto dietro una tenda, ma è anche un termine che fu utilizzato dal grande compositore e musicologo Pierre Schaeffer, teorizzatore della musica concreta. Nella sua ricerca, utilizzò questo termine per definire un suono con fisicità a sè stante e non legato a concetti semantici o linguistici. Ad oggi siamo circondati da fonti sonore acusmatiche: ogni registrazione analogica o digitale è di fatto decontestualizzata dalla sua fonte sonora originaria durante la riproduzione. Ma questo termine può essere anche collegato in ambito performativo ai blind concert, ovvero concerti svolti all’interno di uno spazio chiuso e negati alla vista, ma non all’ascolto degli spettatori. Provare per credere.
Minimale non fa male… è un progetto a cura del Maestro Luigi Turaccio e verrà presentato domenica 30 novembre. Non so se avete presente il motivo del film Eyes Wide Shut, ecco, quella è musica minimale. Perchè? Sono poche note, ma con una grande carica espressiva, riescono infatti a tramettere un’inquietudine spaventosa. Dal titolo questa opera non sembra sia altrettanto inquietante, quindi tranquilli, per chi non ha mai avuto approccio con questo stile, è proprio il caso di sperimentare dal vivo come poche note possono avere la capacità di trasmettere grandi emozioni. Garantisco, non fa male…
La rassegna si concluderà il 7 dicembre con il progetto a cura del Maestro Vincenzo Gualtieri: Organized Sound, sicuramente un’occasione per tirare le fila delle giornate precedenti e chissà, magari per pensare ad un nuovo progetto artistico/musicale.
Sara Cucchiarini
ElectroMadre
La rassegna è curata da Eugenio Ottieri per Progetto Sonora – Network & Performing Ars.
Museo MADRE di Napoli