Inaugura oggi, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra David LaChapelle, dopo il Diluvio, a cura di Gianni Mercurio.
La rassegna dedicata all’artista e fotografo americano, promossa da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura e Turismo, espone oltre 100 opere, di cui alcune inedite. La mostra è focalizzata sui lavori realizzati dall’artista a partire dal 2006, anno di produzione della monumentale serie intitolata The Deluge, che segna un punto di svolta profonda nel lavoro di David LaChapelle. Con la realizzazione di The Deluge infatti, ispirato al grande affresco michelangiolesco della Cappella Sistina, LaChapelle torna a concepire un lavoro con l’unico scopo di esporlo in una galleria d’arte o in un museo, dunque opere non commissionate e non destinate alle pagine di una rivista di moda o a una campagna pubblicitaria.
Successivamente la produzione del fotografo americano si volge verso altre direzioni estetiche e concettuali. Come scrive il curatore nel suo saggio, “il segnale più evidente del cambiamento è la scomparsa dai lavori seriali della presenza umana: i modelli viventi che in tutti i lavori precedenti (unica eccezione è The Electric Chair del 2001, personale interpretazione del celebre lavoro di Andy Warhol) hanno avuto una parte centrale nella composizione del set e nel messaggio incarnato dall’immagine, spariscono. Le serie Car Crash, Negative Currencies, Hearth Laughs in Flowers, Gas Stations, Land Scape, fino alla più recente Aristocracy, seguono questa nuova scelta formale: LaChapelle cancella clamorosamente la carne, elemento caratterizzante della sua arte”.
Fanno parte della mostra anche alcune delle opere tra le più conosciute di LaChapelle, prodotte nel decennio a cavallo tra il 1995 e il 2005, dunque antecedenti a The Deluge. Un corpus che comprende ritratti di celebrità del mondo della musica, della moda e del cinema, scene con tocchi surrealisti basati su temi religiosi, citazioni di grandi opere della storia dell’arte e del cinema; una produzione segnata dalla saturazione cromatica e dal movimento, con cui il fotografo americano ha raggiunto la propria riconoscibile cifra estetica.
L’esposizione ospiterà anche una rassegna di filmati di backstage che illustrano il complesso processo di realizzazione dei set fotografici di LaChapelle. Da questi emerge chiaramente come il ruolo del fotografo si allarghi anche alla regia e alla scenografia dei propri lavori. Saranno presentati anche alcuni tra i video musicali più significativi dell’autore, oltre a Rize girato nei ghetti di Los Angeles e premiato al Sundance Film Festival, e alla danza di Sergei Polunin sulla colonna sonora Take me to church.
David LaChapelle, nato a Fairfield nel 1963, oggi vive e lavora tra Los Angeles e l’isola hawaiana di Maui.
David LaChapelle, dopo il Diluvio
Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194 – Roma
30 aprile – 13 settembre 2015
Orari: domenica, martedì, mercoledì e giovedì 10-20; venerdì e sabato 10-22.30; lunedì chiuso. Dal 13 luglio al 30 agosto: dalle 16 alle 24.
Biglietto: intero € 12,50; ridotto € 10.00. Permette di visitare tutte le mostre in corso al Palazzo delle Esposizioni. Dal primo giugno: intero € 10.00; ridotto € 8.00.
www.palazzoesposizioni.it
[Didascalia immagine in anteprima: Self Portrait as a House, 2013, Chromogenic Print ©David LaChapelle]