“Esorto tutti, allievi o medici e chirurghi esperti, a recarsi spesso a questi spettacoli – affermava Alessandro Benedetti, medico e anatomista in quel di Padova, riferendosi alle pubbliche lezioni di anatomia – perché in teatro vediamo le cose come sono, le apriamo per osservarle da vicino, in modo che ci si squaderni sotto gli occhi l’opera della natura come se fosse viva”. Siamo nel 1502. Esattamente quarant’anni dopo arriveranno i sette tomi firmati da Andrea Vesalio che, in maniera sistematica e puntuale, racconteranno la complessità, i misteri e la bellezza del corpo umano. Un trattato di anatomia che, a metà del XVI secolo, fa discutere, soprattutto perché critica, elencando oltre duecento errori, gli studi di Galeno. Un’opera che lascerà un ricordo vivido nei secoli tanto da ispirare, ai giorni nostri, un’artista poliedrica come Beatrice Serpieri, in mostra alla (Galleria +) Oltredimore di Bologna con De corporis fabrica.
Nata come ritrattista Beatrice riesce, negli anni, a sottrarsi abilmente a qualsiasi tipo di catalogazione, decidendo tappe e situazioni di un personalissimo percorso artistico che, di volta in volta, lascia prima sorpresi, poi appagati. Dalla statuaria canoviana, oggetto di un recente “viaggio – approfondimento”, ci troviamo oggi catapultati nel bel mezzo di uno dei più affascinanti musei bolognesi, quel “Cattaneo” che, dall’estero, vengono a rimirare per la sua impareggiabile collezione di cere anatomiche. Nulla di polveroso, per carità, anzi. Grazie all’azione di Beatrice Serpieri, un tutto dinamico e ancora capace di stupire.
Come Giuseppe Tornatore riporta in vita, nel film La migliore offerta, l’automa di Jacques de Vaucanson, così Beatrice, servendosi di una sperimentazione fotografica affinata in anni di ricerca e tentativi, riesce a far rivivere quell’attenzione verso la meravigliosa macchina umana che, proprio nel ‘500, suscitò tanta passione e sorpresa. Una lettura estremamente personale, quella di Serpieri, che “guida” il visitatore attraverso i meandri del corpo – quelle cere, appunto, che tra riflessi e bagliori tornano a parlare – ma al tempo stesso lo lascia libero di regalarsi un sogno tra poesia e stupore.
La mostra De corporis fabrica, realizzata in collaborazione con Sistema Museale d’Ateneo – Alma Mater Studiorum Università di Bologna, Museo delle Cere Anatomiche “Luigi Cattaneo” e Biblioteca dell’Archiginnasio e corredata da un’impareggiabile introduzione della curatrice Jadranka Bentini, con la collaborazione di Alessandro Ruggeri, resterà aperta fino al 17 gennaio.
Fabio Raffaelli
Beatrice M. Serpieri, De corporis fabrica
(Galleria +) Oltredimore
Via del Porto 48 a/b, Bologna
www.oltredimore.it
Orari di apertura: martedì e mercoledì 14.30-19.30; giovedì e venerdì 12.00-20.00; sabato 11.00-19.00 e su appuntamento