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D’ARS n.207 – SETTEMBRE 2011

Il numero 207 si apre con la presentazione, ad opera di Stefano Ferrari, del progetto di Antony Gormley, la collocazione di cento sculture di 600 kg sulle Alpi del Vorarlberg; dall’Austria ci spostiamo in Germania, dove Clara Carpanini riflette attorno a Based in Berlin, evento che ha coinvolto oltre 80 artisti emergenti della capitale. Ci fermiamo in Italia per seguire con Morena Ghilardi la mostra di Anish Kapoor a Milano, in un percorso di installazioni che si snoda nelle due sedi della Rotonda della Besana e della Fabbrica del Vapore; da Firenze, Valentina Tovaglia cerca di scoprire il nostro destino digitale nel contesto del Web 2.0 visitando la mostra Identità Virtuali alla Strozzina. Tra Germania e Italia rimbalza l’articolo di Elena Cappelletti, dedicato agli ibridi di arte e scienza, con l’esperimento Soma di Carsten Höller a Berlino e l’evento Nato a Venezia di Koen Vanmechelen. Con Lorenzo Taiuti seguiamo la rassegna LPM (Live Performer’s Media) che si è svolta a Roma, affrontando linguaggi d’improvvisazione digitale tra DJ sound e VJ live. La sezione Nuovi Orizzonti si apre con l’articolo introduttivo di Pier Luigi Capucci, Antonio Caronia e Francesco Monico dedicato all’attività del dottorato di ricerca internazionale M-Node presso la NABA a Milano, che si focalizza sulla ricerca tra le forme espressive contemporanee tra arti, scienze e nuove tecnologie, mettendo in relazione artisti, teorici e studiosi a livello internazionale. Approfondiamo in questo numero la ricerca di Gabriela Galati su digitalizzazione e uploading dell’evento artistico, l’indagine di Massimiliano Viel riguardo l’ascolto musicale e le ipotesi di libertà che emergono dagli studi di Denis Jaromil Roio e Amos Bianchi. Con Laura Gemini entriamo nella sperimentazione teatrale che si concentra sul lavoro della compagnia Motus, tra letteratura, cinema e meta-fiction. Dal teatro al cinema, siamo presenti al Festival di Cannes, dove Terence Malick si aggiudica la Palma d’Oro con The tree of Life, lungometraggio che conosciamo attraverso il racconto di Giordano Bernacchini, che si sposta poi a Locarno, dove affronta, con Cristina Trivellin, le problematiche di sette pellicole scelte nel ricco programma del Festival del Film. L’articolo di Saul Marcadent ci invita a riconsiderare l’identità della fotografia come linguaggio, scienza e pratica artistica, mentre il contributo di Bruno Mariani si snoda in una riflessione filosofica nell’universo concettuale creato da Deleuze e Guattari. In chiusura del numero 207 si colloca un’analisi di Cristina Trivellin attorno alla ricerca artistica di Vanna Nicolotti, in occasione della mostra Due cicli di opere grafiche 1975-1983 presso il Museo d’Arte Contemporanea Casa del Console di Calice Ligure.

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