Due album, la stessa immagine in copertina. I dischi in questione sono Specification. Fifteen (2006) di Richard Chartier e Taylor Deupree e No Line on the Horizon (2009) degli U2; la fotografia è Boden Sea, Uttwil (1993) del giapponese Hiroshi Sugimoto. Ecco com’è andata.
Nel 2006, l’Hirshhorn Museum di Washington D.C. organizza una retrospettiva su Sugimoto e chiede a Chartier e Deupree di comporre un brano ispirato alla serie Seascapes (1980-), anonime vedute in bianco e nero di paesaggi marini e lacustri da tutto il mondo, dello stesso formato e con la stessa inquadratura: la linea dell’orizzonte al centro; sotto l’acqua; sopra il cielo. Il risultato è un pezzo di 45 minuti dalle sonorità ambient, un flusso continuo di suoni che richiama lo sciabordio delle onde e il soffio del vento. Per la copertina dell’album, i due scelgono una vista del Lago di Costanza, in Svizzera, presso Uttwil.
Qualche tempo dopo, ospite di un collezionista a Nizza, Sugimoto incontra Bono degli U2, che si dichiara un appassionato dei suoi paesaggi marini. Tanto che per il nuovo album della band decide di scrivere una canzone ispirata ad essi, No Line on the Horizon, che diventa anche il titolo del disco. Allora Bono chiede a Sugimoto di usare uno degli scatti per la cover; lui accetta, ponendo però come condizione che su di essa non compaia alcuna scritta (il segno di uguale che si vede in tante foto è solo un adesivo applicato sulla confezione).
Al che Chartier e Deupree hanno criticato questa “pigrizia iconografica” degli U2, pensando che Bono & Co. avranno sborsato chissà che somma per i diritti di riproduzione dell’opera. Ma Sugimoto nega, giurando che la scelta della stessa fotografia è solo una casualità e che tra lui e la band non c’è un accordo economico: in cambio, Sugimoto ha solo chiesto agli U2 di poter usare la canzone No Line on the Horizon per un suo progetto futuro.
Stefano Ferrari