tra presenze fantastiche e conturbanti, un monastero abbandonato rivive con l’ottava edizione di contemporary locus
Ci sono luoghi pregni di valore e bellezza che finiscono immeritatamente nel dimenticatoio e aspettano solo di risvegliarsi dal sonno profondo nel quale sono caduti, loro malgrado. Il Monastero del Carmine di Bergamo Alta, risalente al XV secolo, è uno di questi. Ora, grazie all’ottava tappa di contemporary locus, questo antico luogo dismesso da tempo è stato aperto al pubblico e alla contemplazione.
Ideato da Paola Tognon, il progetto contemporary locus persegue l’obiettivo di disvelare luoghi abbandonati o nascosti della città di Bergamo per mezzo dell’arte contemporanea. Stavolta in mostra vi sono quattro personalità apparentemente distanti eppure affini nel rapportarsi a un tema in parte oscuro e atavico: la relazione tra uomini e animali, l’antitesi umanità-animalità. Si tratta del russo Evgeny Antufiev, del francese Etienne Chambaud, della belga Berlinde De Bruyckere e di una realtà peculiare, Atelier dell’Errore, progetto artistico-relazionale ideato nel 2002 da Luca Santiago Mora e attivo nel contesto della neuropsichiatria infantile.
Allestite lungo due grandi sale al primo piano dell’edificio monastico, dove un tempo si trovavano le celle dei monaci, tra pareti parzialmente scrostate e affrescate e grandi varchi aperti sull’esterno, le opere selezionate portano singolarmente in superficie i concetti di “addomesticamento, acculturazione, fragilità del confine tra umano e animale”, come sottolinea la curatrice.
Posto all’ingresso della prima sala, il lavoro Contre-Dépouille (Undercuts) di Chambaud – un distanziatore museale realizzato con la pelle rivoltata di un pitone – si pone come limite da valicare, sorta di soglia magica che suggerisce l’idea di accesso a un’altra dimensione.
La riflessione sul diverso, sull’altro da sé, si rafforza nelle opere successive: la fantasmatica creatura sotto teca di Antufiev (Untitled) e le due installazioni di Berlinde De Bruyckere (Animal e Z.T.), presenze metamorfiche e ambigue. L’emotività arcaica che pervade lo spazio prosegue nel secondo salone, abitato dai lavori dell’Atelier dell’Errore, tre grandi disegni su carta e un video inedito, The Fairy Queen, concepito appositamente per l’occasione.
Gli animali sono gli unici soggetti dei disegni realizzati dall’Atelier e l’utilizzo di gomme da cancellare è bandito. In 13 anni i componenti di Atelier dell’Errore, ragazzi dai 10 ai 18 anni affetti da ritardi e disturbi di varia natura, hanno dato vita a un bestiario variopinto e multiforme, che mescola ferocia e levità e rispecchia le paure e gli incubi, ma anche i desideri e le speranze di questi giovani e speciali autori. Dai loro laboratori di gruppo nascono mostri antropofagi (Insetto carnecife dell’amore mannaro) ma anche amici immaginari e salvifici, come Animale custode che mi protegge da chi mi chiama fenomeno da baraccone e brufolone (anche i titoli pensati dall’Atelier sono opere d’arte, piccoli racconti di un universo parallelo).
È un percorso alla scoperta di un inedito wild side quello di contemporary locus 8, dove i concetti di umanizzazione e inselvatichimento si confondono, mentre ogni lavoro partecipa della natura spirituale del luogo, intrattenendo con questo un rapporto di reciproco rispetto e silenziosa intesa.
Va ricordato che contemporary locus 8 si inserisce in un ampio calendario di eventi promosso e organizzato da TTB Teatro Tascabile di Bergamo, che fino al mese di ottobre farà rivivere il Monastero del Carmine.
Nota a margine: per conoscere meglio l’Atelier dell’Errore il consiglio è di visitare anche la bella mostra Uomini Come Cibo in corso a Milano (fino al 15 settembre in via Monte di Pietà, 23). Promossa da Max Mara in collaborazione con Collezione Maramotti, raccoglie ben quaranta opere, oltremodo ingegnose e sorprendenti, realizzate dai ragazzi dell’Atelier.
Francesca Cogoni
contemporary locus 8
Monastero del Carmine, Bergamo
Fino al 26 luglio 2015 – orari apertura: sabato e domenica 10-13 e 15-20
Ingresso gratuito