Il Grande Viaggio, per tutti, prevede il distacco dal guscio originario, la lotta contro il Drago/Luna che seduce con le sue offerte di comfort e dolci, riacciuffandoci per la collottola e riportandoci a casa (vedi le fiabe di Hansel e Gretel, Pinocchio, Biancaneve ecc.) e la scoperta infine di una nostra identità, grazie all’intraprendenza personale che ci farà risplendere per ciò per cui siamo nati.
Se tutto va bene, saremo a quel punto in grado di ristabilire un equilibrio affettivo col nucleo di partenza, scindendo la simbiosi materna originaria e comportandoci finalmente da adulti. In termini astrologici, trasformiamo la Luna e conquistiamo la Venere che impone relazioni paritarie, lontane ed evolute rispetto al rapporto esclusivo e dipendente che ci è stato necessario nei primi anni di vita.
Affinchè il viaggio dei Cancretti sia evolutivo e trasformativo come gli altri, pur rispettandone l’andatura non troppo diretta, anche i nostri eroi dovranno (spesso loro malgrado) partire, integrando ciò che vedono negli altri e che inizialmente sembra non appartenergli, sgrezzando e utilizzando al meglio ciò che invece hanno in esclusiva dotazione. Quadrato ad Ariete e Bilancia e opposto al Capricorno, l’archetipo Cancro trova la sua bella gatta da pelare nella questione dell’indipendenza. Il Marte arietino e il Saturno capricornico possono risultargli grezzi, aridi e tutti tesi all’autonomia e all’affermazione personale; privi del bisogno di un nido caldo e rassicurante in cui raccogliersi, crogiolarsi e dolcemente sognare. Nondimeno, l’accogliente ma razionale e ponderata Venere della Bilancia è qualcosa cui il Cancro, propenso a un approccio più materno e “inclusivo”, può guardare con sospetto…
Totalmente immerso nelle acque lunari, il Cancro ci parla di un bisogno di sicurezza che risiede nella propria storia familiare, in quelle radici emotive che, se non sono state solide o amorevoli, dovrà assolutamente ricrearsi. Simbolicamente opposta al Sole, paladino del nostro maschile interno, la Luna è interessata al benessere del cuore, alla gioia delle relazioni, al nutrimento della nostra anima e alla costruzione di un ambiente sicuro fuori e dentro di noi, senza il quale il nostro “albero” non potrà né crescere né svettare rigoglioso nel mondo.
Ognuno ha la sua funzione e quella del Cancro, una volta imparato a camminare sulle proprie gambe e a non gambizzare i suoi cari, è di insegnare a un mondo che tende alla spersonalizzazione, al materialismo e al definire deboli le persone più sensibili, l’ascolto dei propri e degli altrui bisogni più intimi, offrendolo come cura per un modo di vivere più attento, biografico e connesso a ciò che effettivamente tutto fa muovere: le e-mozioni. Dal latino muovere fuori, esse non sono che segnali di qualcosa di profondo che da dentro ci trasforma, dandoci precise e preziose informazioni che, se sapessimo leggere, ci renderebbero infinitamente più ricchi, morbidi e intelligentemente amorosi.
Viola Lilith Russi