Sentite questa. Una decina d’anni fa, Cai Guo-Qiang è a spasso per la campagna cinese, quando scopre che tra le risaie abita una schiera di contadini inventori: aspiranti aviatori e palombari che nel tempo libero costruiscono, a mano e con quel che trovano, aerei e sottomarini di loro progettazione! Entusiasta della scoperta, Cai (leggi |tsai|), anch’egli inventore – dei Gunpowder Drawings, i famosi disegni fatti con la polvere da sparo – comincia allora a collezionare quegli strani veicoli e nel giro di qualche anno mette assieme un variopinto parco macchine e da un po’ di tempo lo porta in giro per il mondo per celebrare l’immaginazione dei suoi creativi compaesani. Alla faccia dei tanti artistoni e artistucoli d’oggi che la creatività non sanno manco dove sta di casa.
Fino al prossimo 6 gennaio, parte della flotta dei Peasant da Vincis – i “Contadini da Vinci”, in onore dell’inventore per eccellenza, Leonardo – resterà attraccata in uno dei grandi chiostri cinquecenteschi del Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, intitolato proprio al toscano, nonché sede della più grande collezione al mondo di modellini di macchine prese dai suoi disegni. Si presenta così: al centro, in verticale come una grossa tavola da surf infilata nella sabbia, c’è la portaerei in miniatura di Tao Xiangli – si fa per dire: è lunga 20 metri! – attorno alla quale stanno appesi una decina tra biplani, dischi volanti, elicotteri e sommergibili monoposto che sembrano usciti da un romanzo fantascientifico ottocentesco. I bambini li adoreranno. Nel loggiato, dei pannelli raccontano le storie degli inventori. Storie divertenti come quella di Du Wenda, che dopo aver letto da bambino una copia della rivista Sci Fi si è messo in testa di costruire un disco volante – ha un diametro di 5 metri e un motore a benzina da 360 cavalli, ma non vola – e commoventi come quella di Tan Chengnian, morto pilotando l’aeroplano costruito come regalo di compleanno per la moglie.
Ma non è finita qui. Nel Padiglione Olona è ospitata la Robot Factory di Wu Yulu, la cui passione è invece la costruzione di piccoli automi. Il primo, Big Wu, del 1987, camminava e ballava. Il secondo (Wu secondo) saltava. Wu terzo scalava pareti. E così via, in serie, ognuno con una specializzazione diversa. Cai gliene ha commissionati alcuni che imitano i gesti di artisti famosi: ed ecco così Il pennello vivente di Yves Klein; Damien Hirst pittore di puntini; Jackson Pollock spruzzatore di vernice; Autoritratto di Bruce Nauman come una fontana. È qui che i bambini potranno partecipare a dei laboratori in cui costruiranno aquiloni e robot pittori usando materiali di recupero (le date su museoscienza.org).
Insomma, è la mostra perfetta: originale; variegata; riempie gli occhi; racconta una storia; fa pensare; ci puoi portare i tuoi bambini. Già che siete al museo, non perdetevi lo strabiliante androide di Leonardo progettato dal professor Minoru Asada dell’Università di Osaka (fino al 27 settembre).
Stefano Ferrari
Cai Guo-Qiang. Peasant da Vincis
A cura di Larys Frogier
Fino al 6 gennaio 2016
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”
Via San Vittore 21, Milano