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BANKSY DOES NEW YORK: il film su Banksy

Vi ricordate il progetto Better Out Than In di Banksy?
Bene, nel contesto di una New York in cui è ormai trascorso un altro “undici settembre”, è tempo di tirare le somme, a mente fredda, in merito allo svelarsi di un’opera al giorno nei più nascosti angoli della metropoli grazie all’intervento del geniale street artist di cui continuiamo a conoscere solo la provenienza (Bristol) durante l’intero mese di ottobre di due anni fa.

Giorno 3

L’occasione nasce – mentre (con prevedibili situazioni di sold out) è ancora aperto il “parco di divertimenti” da lui realizzato in Inghilterra, Dismaland – con l’uscita nelle sale italiane di BANKSY DOES NEW YORK, pellicola che racconta il progetto dal giorno 1 al giorno 31 mostrandoci il modo in cui i newyorkesi stessi l’hanno vissuto.

Ecco il trailer del film, né realizzato né prodotto dall’artista, ma diretto da Chris Mourkarbel, che ha integrato, ai contenuti creati dal pubblico durante il manifestarsi di Better Out Than In, interviste agli addetti ai lavori e testimonianze giornalistiche.

Nel 2013 il misterioso street artist scatenò infatti una vera e propria caccia al tesoro estesa a tutti e cinque i distretti di New York a partire dal suo sito e dal suo account Instagram, dove giorno dopo giorno divulgava l’opera finita – dallo stencil al video, dalla scultura all’installazione, fino alla performance – rivelandone la zona ma non l’esatta collocazione e aggiungendo talvolta anche il commento audio.

La reazione del pubblico è così diventata parte delle opere stesse, che venivano scoperte soprattutto grazie agli hashtag sui social media. In questo modo, Bansky ha “costretto” i fruitori, ma anche i collezionisti,  i mercanti e gli appassionati d’arte, a spingersi in zone di New York dove non sarebbero mai  andati, come nel Bronx.

Giorno 21
Giorno 21

Spesso e volentieri però succedeva di arrivare troppo tardi,  quando l’opera era già stata cancellata, sfregiata, alterata, coperta o rimossa (da muri, porte, saracinesche), a seconda di chi interveniva per primo: non solo quindi i proprietari degli immobili o delle aree interessate, ma coloro che si trovavano “nel posto giusto al momento giusto”, con la  speranza di guadagnarci qualcosa. Nella delusione generale dei fan che giungevano semplicemente per ammirare e fotografare l’opera, e, perchè no, interagire con essa, nel caos generale provocato dalla folla, dai semplici curiosi ai veri e propri Bansky hunters. Spesso l’opera subiva anche il fenomeno dello spot-jocking, che si verifica quando un writer lascia la propria tag accanto al lavoro di uno street artist famoso, così da acquisire visibilità e far sentire la propria voce.

Giorno 7
Giorno 7 (frame da Banksy does New York)

Un caso si verificò a Willets Point (Queens), dove la sfinge realizzata il giorno 22 da Banksy fu immediatamente caricata su un furgone da alcuni operai di una delle numerose aziende della zona destinate ad essere demolite in vista della costruzione di un centro commerciale, emergenza sulla quale sicuramente l’artista si era informato. Il film racconta poi gli step successivi della vicenda: gli operai, desiderosi di acquistare una nuova casa con il ricavato derivante dall’eventuale vendita dell’opera, contattarono infatti Stephan Keszler, proprietario della Keszler Gallery di Southampton, noto per essersi “aggiudicato” anche in passato alcuni lavori di Bansky rimossi senza autorizzazione dalla strada. Scopriamo così che nelle sue mani sono finite opere come gli stencil del cane e della bambina che perquisisce il soldato realizzati in Cisgiordania. Nonostante le mostre e le aste a cui ha partecipato nel frattempo, ad oggi – contrariamente alle previsioni di Keszler –  la sfinge risulta invenduta.

Giorno 22 (frame da Banksy does New York)
Giorno 22 (frame da Banksy does New York)

Il film ripercorre in modo esaustivo, dal primo all’ultimo giorno, il progetto Better out than in – senza dimenticare un breve excursus sugli esordi del Writing e della Street art a New York –  passando in rassegna tutti i temi toccati da Banksy, come le vittime civili in Iraq (giorno 9), la crudeltà sugli animali nell’industria della carne (giorno 11), l’ipocrisia del mondo dell’arte (giorno 13), i salari nei fast food (giorno 16).

Giorno 31
Giorno 31

La caccia al tesoro che ha visto protagonisti i newyorkesi – richiamando l’attenzione anche dell’allora sindaco Michael Bloomberg, che dipinse Banksy come un vandalo che deturpava proprietà private ed edifici pubblici – si conclude con il giorno 31, l’ultimo giorno della residenza di Banksy in città, quando l’artista installa nel Queens, dedicandolo a Five Points – luogo di riferimento e di incontro per writer e street artist che da lì a poco sarebbe stato demolito per lasciare spazio a una zona residenziale di lusso – un grosso gonfiabile che riproduceva il suo nome.

Giorno 31 (frame da Banksy does New York)
Giorno 31 (frame da Banksy does New York)

Ancora una volta, qualcuno ha tentato di rubarlo, scatenando una rissa per strada che si concluse con la “virtuale cattura” di Banksy – magra consolazione! – da parte della polizia, che riuscì a sequestrare la scritta. A chi piacerebbe sapere che fine ha fatto il gonfiabile?

Ecco alcune delle sale dove potrete vedere Banksy Does New York in questi giorni:

TRIESTE – CINEMA DEI FABBRI – dal 10 al 16 Settembre
FIRENZE – FONDAZIONE STENSEN – 16 Settembre
BOLOGNA – SERRE DEI GIARDINI MARGHERITA – 15 Settembre
BERGAMO – AUDITORIUM – 16 Settembre
BRESCIA – NUOVO EDEN – 17 Settembre
BARI – MULTICINEMA GALLERIA – 21 Settembre

Valentina Tovaglia

 

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