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Aya Tarek: quando la street art è donna

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la street art egiziana non ha visto la luce al Cairo, così caotica e brulicante di gente, ma nella più rilassata e tranquilla Alessandria, addirittura alcuni anni prima di quella rivoluzione che tanta propulsione ha dato al nuovo movimento artistico. L’aspetto più interessante della storia è che, in una società in cui la condizione femminile resta ancora drammaticamente problematica, fra i primi artisti a riappropriarsi degli spazi urbani attraverso la propria creatività c’era proprio una donna. Anzi, una ragazza che allora aveva soltanto diciotto anni, ma aveva già capito l’importanza del libero accesso alle arti e agli spazi pubblici. È stato dunque da Alessandria che nel 2008 la giovanissima Aya Tarek ha contribuito a dare il primo impulso alla street art egiziana.

Non trovandosi completamente a proprio agio nell’atmosfera del Fine Arts College che frequentava nella sua città, in breve tempo ha creato una comunità di creativi e ha costituito un collettivo di pittori, writer, fotografi, illustratori, fumettisti, animatori, che oggi si chiama ARTest (Art Establishment). (…)

 

Samo Is Dead, Alexandria, Egypt. Foto: Courtesy the artist
Samo Is Dead, Alexandria, Egypt. Foto: Courtesy the artist

It was not the chaotic, hectic Cairo that saw the birth of Egyptian street art, but the more relaxed and tranquil city of Alexandria, where graffiti began to appear even before the revolution that acted as a catalyst for the artistic movement.  The most interesting aspect of this phenomenon is that, in a society where the female condition is still very problematic, one of the first artists to conquer urban landscape through her creativity was precisely a young woman.  She was merely eighteen when she began, having already understood the importance of the freedom to access the arts and public spaces. It was in Alexandria that, in 2008, Aya Tarek contributed to the first Egyptian street art movement.

Not finding the Fine Arts College fulfilling enough, she decided to create a creative community comprised of a collective of painters, writers, photographers, illustrators, cartoonists and animators, which is now called ARTest (Art Establishment). (…)

Claudia Galal
D’ARS year 54/nr 217/spring 2014 (abstract dell’articolo)

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