Avevamo già visto Absence of Subject due anni fa alla Galerie Brigitte Schenk di Venezia e ora la Fondazione Stelline la ripropone fino al 7 aprile a Milano. La mostra espone 80 ritratti: 40 “con soggetto”, quelli di August Sander, presi dalla celebre raccolta Uomini del xx secolo; quegli stessi 40 “in assenza di soggetto”, cioè a dire che Michael Somoroff ha cancellato digitalmente le persone che vi erano fotografate e ha ricostruito la porzione di sfondo che quelle nascondevano, ripresentandoli come paesaggi vuoti e interni abbandonati. Ne risulta un’esperienza coinvolgente che, sebbene a primo acchito pare colpire al cuore l’opera di Sander, tutta incentrata sull’uomo e sulla presenza, privandola del suo perché, aiuta invece a riscoprirla, forse anche a penetrarla più profondamente, mostrandone ora il perché in tutta la sua straordinaria umanità.
Le 40 stampe di Sander sono allineate di fronte alle relative cancellature, sistemate sulla parete opposta, e non a fianco ad esse, coppia per coppia; e questo evita di ridurne l’analisi a un mero gioco di raffronto formale, esaltando piuttosto il lato concettuale dell’operazione – per quanto la componente tecnica/tecnologica meriti certo la giusta attenzione. Si potranno dunque scorrere per prime le presenze e poi le assenze, o viceversa, ma sempre si ritornerà all’altra serie, affascinati dall’alternarsi di vuoto e pieno.
Nelle intenzioni di Sander, Uomini del xx secolo doveva comporre un ritratto collettivo della società tedesca durate la Repubblica di Weimar, articolato in sette classi – contadini, commercianti, donne, classi e professioni, artisti, città e “gli ultimi” (senzatetto, veterani, handicappati) – e per “tipi sociali” – il colonnello, il farmacista, il soldato, il pasticciere, il pianista, il venditore di fiammiferi, eccetera; che usò come titoli dei singoli ritratti. Nelle sue stampe, per aumentare ancor più la sensazione di assenza, Somoroff ha intelligentemente mantenuto quei nomi, con l’unica eccezione del Muratore, rititolato Absence of Subject, perché in esso la cancellatura tocca il suo apice diventando un rettangolo nero.
Da otto delle sue foto ritoccate, Somoroff ha tratto altrettanti video che, all’opposto, aggiungono all’immagine ora vuota una nota di movimento, attraverso un leggero venticello che alza le pagine di un libro, apre e chiude una porta, forma delle onde su un prato. Absence of Subject ha un sito dedicato , sul quale si può sfogliare il catalogo e guardare i video in streaming: http://absenceofsubject.com.
Per approfondire la conoscenza dell’opera di Sander si rimanda invece al sito della Photographische Sammlung/SK Stiftung Kultur di Colonia, sede dell’August Sander Archiv (www.sk-kultur.de/photographie/english.htm), nonché alla lettura del volume Uomini del ventesimo secolo (Abscondita, Milano, 2012).
Stefano Ferrari
August Sander e Michael Somoroff. Absence of Subject
a cura di Diana Edkins e Julian Sander
dal 1° febbraio al 7 aprile 2013
Fondazione Stelline
Corso Magenta, 61 – Milano