ArtLine Milano: al via il progetto di arte pubblica del Comune di Milano per l’area CityLife. Ad inaugurare il parco le opere di Matteo Rubbi e Serena Vestrucci
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Sono cominciati i lavori di realizzazione di ArtLine Milano, il parco di sculture (e non solo) che negli anni a venire prenderà forma nel nuovo quartiere CityLife, là dove una volta c’era la Fiera Campionaria.
All’ombra del Dritto, dello Storto e del Curvo – i tre grattacieli (per ora uno e mezzo) di Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind – verranno sistemate 8 opere, che costituiranno il nucleo del museo a cielo aperto, di Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Linda Fregni Nagler, Shilpa Gupta, Adelita Husni Bey, Wilfredo Prieto, Matteo Rubbi e Serena Vestrucci. Altre 13 faranno da contorno e saranno affidate agli artisti Mario Airò, Elisabetta Benassi, Jeremy Deller, Jimmie Durham, Alfredo Jaar, Judith Hopf, Anna Maria Maiolino, Liliana Moro, Maurizio Nannucci, Damian Ortega, Adrian Paci, Kiki Smith e Pascale Marthine Tayou.

Il progetto, a cura di Roberto Pinto e Sara Dolfi Agostini, promette bene: niente diti medi giganti o mele ricucite, ma lavori sobri e pensati ad hoc. I primi due, anzi, che hanno inaugurato il parco il 31 maggio scorso, sono proprio all’estremo opposto delle cattelate e pistolettate di cui sopra. L’intervento di Matteo Rubbi s’intitola Cieli di Belloveso e prevede la posa di 100 stelle di pietra nella pavimentazione del quartiere, specchio della volta celeste così com’era visibile nel 600 a.C. al principe Belloveso, leggendario fondatore della città. Cioè a dire: ormai la città fa troppa luce di notte per vedere le stelle, così almeno potremo vederle di giorno.

Serena Vestrucci ha invece creato una serie di rubinetti personalizzati per le fontanelle del parco (le vedovelle o draghi verdi, da cui il titolo dell’opera), delle fantasiose teste di drago in bronzo e oro che sostituiranno quelle tradizionali in ottone, realizzate in collaborazione con due storiche fonderie meneghine, Battaglia e Lamperti. Insomma: una storia e un nome tutti milanesi – contro quelli, bruttini e anonimi e nel solito inglese, del quartiere e del parco – per un intervento quasi invisibile che fa a pugni con l’ingombrante presenza delle tre torri.
Seguiremo il progetto passo per passo, quindi continuate a seguirci!
Stefano Ferrari