Alla British School at Rome il 4 maggio si è parlato di arte e architettura con gli artisti Alfredo Pirri e Thomas Schütte. L’incontro e mostra-studio Questions? fanno parte di un ciclo di appuntamenti del Meeting Architecture curato da Marina Engel pensati per approfondire il rapporto tra arte e architettura.
Ludovico Pratesi, direttore della Pescheria Pescheria – Centro Arti Visive Museo d’arte contemporanea, ha introdotto durante la conferenza di presentazione il lavoro dell’artista italiano e dell’artista tedesco legati, oltre che da una lunga amicizia, da un’arte che guarda all’architettura in termini di relazione.
Cosa accade quando ad immaginare gli spazi è Alfredo Pirri?
La risposta si trova nei disegni del suo taccuino: in mostra ci troviamo a sfogliare pagine di idee, pensieri, spunti creativi che, come lui stesso afferma, possono anche non coincidere con ciò che verrà realizzato, ma sono suggestioni e atti d’immaginazione necessari per divenire realtà anche quando si allontanano dal reale. L’artista dialoga con l’architettura ma allo stesso tempo prende le distanze da essa.
Tre i progetti presentati nel corso della conferenza (alcuni già realizzati altri in via di realizzazione): per il MARCA, Museo delle Arti di Catanzaro, Alfredo Pirri è stato chiamato a lavorare alla riqualificazione del chiostro, per questo nasce l’opera Tetto composta da un tetto sospeso in aria a copertura dello spazio vuoto e da due pareti attraversabili costituite da piccolissimi cristalli quasi fossero tendaggi, elementi riflettenti luce naturale o artificiale. I materiali diventano leggeri e l’opera è costituita di luce più che di materia.
Il seconco progetto è per l’oratorio della Chiesa del Giglio di Palermo, per cui è stata ideata una gabbia d’oro. Un disegno suggestivo traduce l’idea di una zona d’ombra che precede una situazione di luce, una luce che è tentativo di fuga. Il lavoro è stato condiviso dall’artista con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo i quali hanno documentato l’iter creativo attraverso un “monitoraggio per immagini” che entrerà a far parte dell’opera stessa. Una collaborazione dagli esiti interessanti ed esempio dell’attenzione che Pirri ha per una dimensione collettiva; lui parla infatti di un passaggio dalla solitudine a uno stato successivo di condivisione.
La terza opera, … infine siamo solo all’inizio …, è destinata alla Cappella Patrizia nel cimitero Piverone, vicino Torino. Pirri pensa all’architetto Giancarlo De Carlo e progetta un parallelepipedo di cemento, con pareti dalla cui sabbiatura trapelano le gabbie metalliche ed elementi vetrosi, ottenendo così superfici con segni e tratteggi regolari e irregolari.
Il suo lavoro da anni si è concentrato in opere site-specific, per realizzarle l’artista collabora spesso con figure specializzate, architetti, operai… e non a caso uno degli argomenti che lo interessano fortemente è proprio la tecnica. I disegni ci mostrano un approccio pittorico all’architettura caratterizzato da pensieri di ombra e di luce. In una sua conferenza dal titolo L’arte e lo spazio, tenuta qualche anno fa all’Accademia di Belle Arti di Urbino, tra i vari progetti presentati c’era Via d’ombra, realizzato per il giardino di bambù di Villa Medici a Roma. Per risanare il cattivo stato in cui si trovava la vegetazione, l’artista ha collaborato con un botanico, ha creato una via di luce che ha permesso la guarigione del canneto e ha costruito un percorso di vie strette alternate a piccole piazze, quindi uno spazio per camminare soli ma con la possibilità dell’incontro, della relazione, del fermarsi collettivamente.
Il punto di partenza per Pirri è proprio il pensare l’uomo nello spazio che abita partendo da una condizione di solitudine per arrivare alla collettività.
Nell’opera Passi, realizzata alla GNAM, Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, il pavimento specchiante riflette il nostro calpestare la superficie vetrosa e il soffitto a quadri del museo. L’attenzione si focalizza sulle crinature del suolo, ci mettiamo in ascolto ad aspettare la conseguenza sonora del nostro passaggio e guardiamo in alto a osservare il soffitto come guardassimo in cielo… In Passi non siamo forse in una piazza? Alla domanda sulla differenza tra luogo e spazio Pirri risponde: “il primo è finito e il secondo infinito”, definizione che invita ad osservare le sue opere in termini di trasformazione di un ambiente da luogo, definito e circoscritto, a spazio, inteso come dimensione di pensiero, interazione e scambio.
Il programma Meeting Architecture alla British School at Rome prevede nel mese di maggio un altro appuntamento: protagonista sarà Dante Ferretti, scenografo italiano per tre volte premio Oscar, il quale illustrerà in una conferenza l’impatto dell’architettura sul suo lavoro.
Barbara Amadori
Alfredo Pirri/Thomas Schütte: Questions?
4 maggio –23 maggio 2015, da martedì a sabato, ore 15.30–19.30
The British School at Rome
via Gramsci 61, Roma